“Nelle ultime settimane è pervenuta notizia dell’avvio, da parte del Comando Generale, di una preoccupante iniziativa che ha visto coinvolti alcuni militari, provenienti dai ruoli del disciolto Corpo Forestale dello Stato, vincitori del concorso interno per titoli per l’accesso al 4° corso di formazione vicebrigadieri” – esordisce così il comunicato stampa del Nuovo Sindacato Carabinieri della provincia di Lucca.
“Accade che ad alcuni dei suddetti vincitori – prosegue - perlopiù militari con una elevata anzianità di servizio e che in alcuni casi hanno superato i 50 anni di età anagrafica, sia stato notificato un avvio di procedimento per il trasferimento d’ufficio, a seguito del quale gli stessi apprendevano con sgomento di trovarsi in una situazione di “incompatibilità ambientale” con la sede in cui prestano servizio, e che, in molti casi, coincide con la stessa sede nella quale hanno esercitato con onore e spirito di sacrificio le proprie funzioni per decenni, senza alcuna motivazione che ne potesse giustificare un allontanamento. La suddetta incompatibilità ambientale deriverebbe dalla circostanza che i militari in questione sarebbero stati stabilmente residenti, da prima dell’arruolamento, in uno dei comuni appartenenti alla giurisdizione del reparto in cui fino ad oggi prestavano servizio”.
“E’ vero che il Testo Unico di Ordinamento Militare (TUOM) prevede asetticamente tale situazione di incompatibilità, ma è altrettanto vero che oggetto del provvedimento in questione sono donne ed uomini che prestano servizio da molti anni, prima quali appartenenti del Corpo Forestale dello Stato, e che rivestono lo status militare solo dal 1 gennaio 2017: in altre parole, le condizioni di incompatibilità pre-arruolamento vengono qui fatte retroagire ad un’epoca risalente, nella maggior parte dei casi, ad alcuni decenni fa, e nella quale comunque i destinatari dell’avvio di procedimento non erano neppure militari! Quindi una applicazione retroattiva di una norma a loro inapplicabile, riferita ad uno stato di fatto pregresso, giuridicamente indifferente all’epoca ed oggi valutato negativamente nei confronti di personale perlopiù a fine carriera”.
“Lo stesso avvio di procedimento è stato notificato persino ad alcuni militari che, pur vincitori di concorso, avevano nel frattempo rinunciato alla promozione e al corso, e per i quali quindi, si aggiunge la beffa al danno. Il tutto senza alcuna considerazione del grave impatto che un siffatto trasferimento avrà sulle famiglie, sugli affetti, e soprattutto sul benessere degli stessi anziani militari e dei loro colleghi, con totale indifferenza persino nei confronti di personale con gravissime situazioni di natura familiare debitamente rappresentate alla scala gerarchica, come, a titolo esemplificativo, è avvenuto ai danni di un collega che, a pochi anni dal congedo, già prostrato per la grave malattia del coniuge, a cui è stato riconosciuto lo status previsto dalla legge 104/1992, si trova oggi costretto suo malgrado a proporre lui stesso, su “caldo invito” dei competenti uffici, una domanda di trasferimento per una sede che, seppur lontana dalla moglie gravemente malata, gli eviterebbe il rischio di essere spostato d’ufficio, magari in una sede ancor più lontana, creando ancor più danno alla sua già grave situazione”.