Giornata di forti movimenti, e paura, su tutto l’arco dell’Appennino Settentrionale: tutto è iniziato nel primo pomeriggio, attorno alle 15:40, quando un terremoto di magnitudo 4.2 ha scosso il piccolo comune di Bargagli, in provincia di Genova.
Da quel momento, gli eventi tellurici si sono propagati per tutta la cordigliera montuosa, toccando prima il modenese, con un sommovimento di 3.8 registrato a Pieve Pelago alle 17:47, e poi la provincia di Lucca, specificatamente in Garfagnana, dove due scosse, rispettivamente di 3.2 e 2.0, hanno fatto tremare la terra nel comune di Fosciandora pochi minuti dopo gli eventi avvenuti a Pieve Pelago, che dista peraltro solo 8 km dal comune garfagnino.
Un vero e proprio sciame sismico, che sembra aver colpito anche gli Appennini marchigiani e addirittura i promontori siciliani.
C’è un nesso tra tutto questo? I sismologi hanno già confermato l’assoluta casualità del fenomeno, considerando impossibile il collegamento tra scosse avvenute a centinaia di kilometri di distanza l’una dall’altra.
Rassicurazioni a parte, ci sono stati momenti di apprensione nella valle, anche se molti cittadini ammettono di non aver sentito alcunché.
Memori dei disagi avvenuti nel 2013, si spera che il moto tellurico possa estinguersi con qualche semplice scossa di assestamento.