Evolvere per ritrovarsi: l’esperienza museale del “Uomo-Ambiente” di Bazzano protagonista ai Giovedì al Museo
In un’epoca dominata da un intreccio incessante di tensioni e connessioni “obbligate”, sono molti coloro che hanno scelto di indirizzare i propri sforzi verso la rigenerazione delle comunità locali, la salvaguardia delle tradizioni e la tutela del territorio.
Una scelta che può essere vista come una sfida ma anche come un’urgenza, un atto che va oltre la semplice manifestazione di valori intramontabili, configurandosi come una risposta tangibile alle criticità della modernità.
Tutto ciò, però, non deve essere inteso come un rifiuto totale del progresso e dei suoi vantaggi, ma piuttosto un ricerca, anche attraverso le più moderne tecnologie, di conclusioni e obiettivi diversi.
Dobbiamo tutti, per forza di cose o per volontà, “evolverci”, ma per molti questa evoluzione è propedeutica per ritrovare quello spirito di collettività che sembra ormai perso per sempre, specialmente nei territori rurali e montani.
Associazioni, enti culturali e piccoli musei hanno fatto propria questa filosofia, provando attraverso molteplici attività a creare nuovi legami tra la popolazione, la loro terra di origine e i saperi di un tempo.
Ovviamente, e per certi aspetti sfortunatamente, non tutti i progetti riescono ad avere seguito e trovare continuità nel tempo, ma questo non è sicuramente il caso del museo “Uomo-Ambiente” di Bazzano – piccola frazione del comune di Neviano degli Arduini situata sull’Appennino parmense – che nel 2023 ha festeggiato i venti anni di attività.
Un traguardo notevole, una nota di merito che suggella un percorso sociale e culturale nato ben prima della nascita stessa del museo.
Un modello da cui prendere spunto, e che proprio per il suo successo è stato protagonista dell’ultimo appuntamento dei “Giovedì al Museo”, l’ormai nota rassegna culturale organizzata dal Museo italiano dell’immaginario folklorico di Piazza al Serchio.
In collegamento telematico, a intervenire è stata la responsabile – e presidente dell’associazione culturale “Il Camino” – Desolina Ghirardi, che ha spiegato agli spettatori della serata la realtà museale di “Uomo-Ambiente”, le sue numerose attività e soprattutto i percorsi didattici organizzati e pensati assieme alle scuole limitrofe.
Il racconto di Ghirardi si dipana nel tempo, mettendo in chiaro come la storia del museo parmense sia stata sì piena di soddisfazioni, ma anche densa di sfide e difficoltà: tanta è stata infatti la strada fatta da quelle prime ricerche con le scuole primarie organizzate decenni fa, e che hanno portato poi alla creazione di un’esposizione stabile in una casa-torre del Tredicesimo Secolo e all’accreditamento nel Sistema museale nazionale nel 2022.
Ciò che traspare però, è l’indubbia passione e dedizione di Ghirardi e la sua associazione nello sviluppo di un museo che sia prima di tutto luogo di comunità e cittadinanza.
Questo spazio, infatti, per loro non è solo una semplice vetrina storica, ma un complesso intreccio di relazioni, momenti e persino sguardi: “luci” fondamentali per illuminare il percorso delle generazioni future.