Ultima cena dell'estate prima di ritrovarsi, probabilmente, a ottobre ad autunno appena iniziato. Dopo 13 anni dalla prima volta, le Gazzette si danno l'ennesimo appuntamento enogastronomico al ristorante-caffè Dhea di Sabina Alberti in via Gaetano Luporini 144. Una serata per nulla soffocante, con un clima mite e senza zanzare a rompere le scatole nonostante il tavolo sia stato apparecchiato all'esterno del locale.
Loro, gli irresponsabili collaboratori di un altrettanto (ir)responsabile direttore hanno risposto, questa volta, forse ancora più entusiasti del solito all'appello per una pizza annaffiata con birra e un prosecco Doc spumante brut Bottega che ben si accoppiano con sapori genuini e impasti integrali e al carbone vegetale.
Questa volta, dopo alcuni anni, si rivede anche Barbarina Ghiselli, uno dei pezzi forti e irrinunciabili che hanno caratterizzato il cammino della Gazzetta di Lucca. E si rivede anche Marco Materassi, reduce dal Portogallo dove ha scelto di trasferirsi per meglio godersi la pensione, ma che annuncia, udite udite, l'intenzione di tornare a collaborare con le Gazzette facendo un commento dopo ogni domenica del campionato di calcio di serie C per Carrarese e Lucchese.
A vedere tutti questi figlioli... miei, marxisti più o meno immaginari come recitava il famoso, per chi era giovane negli anni Ottanta, libro di Vittoria Ronchey moglie del giornalista e scrittore Alberto, viene da pensare e rammentare tutti quelli che, ormai adulti e sbozzolati, sono migrati in altrettante testate giornalistiche televisive o cartacee dando vita ad una sorta di virus professionale che ha raggiunto i quattro angoli dell'Italia centrosettentrionale. Prima o poi si dovrà organizzare una unica, grande cena riservata a tutti quelli che, a queste latitudini, hanno imparato, ancor prima che a scrivere, a stare al mondo e a starci nel miglior modo possibile che, in fondo, è l'unico che conosciamo: nessuna illusione sulla realtà, una realtà senza alcuna illusione. Concretezza e determinazione, volontà e voglia di arrivare.
C'è una ragazzina, adesso, alle Gazzette sulla quale saremmo pronti anche a scommettere e il suo nome è quello di Irene Decorte, ex allieva del liceo classico e attualmente iscritta all'Università facoltà di lettere antiche o qualcosa del genere. Che cosa, poi, ci azzecchino la storia e la letteratura antiche con il giornalismo... beh, tanti anni fa ce ne fu un'altra, di aspirante collega che proveniva da una laurea in critica letteraria e anche all'epoca dicemmo la stessa cosa e sbagliammo clamorosamente visto che è, poi, diventata giornalista professionista di ottimo livello. Questa ragazzina, però, arrivata tra i comuni (im)mortali delle Gazzette, prima con timidezza, poi, via via, con coraggio e sprezzo del pericolo - si fa per dire - ha la stoffa per raggiungere obiettivi interessanti. Sta a lei confermarsi. Dopo un certo Lorenzo Poliselli da Viareggio che cominciò con noi a 16 anni e che adesso commenta per Dazn le partite di basket della serie A, della Champions e della Nazionale, sarebbe la più giovane aspirante giornalista.
In ritardo giunge anche Gina Truglio, proprietaria della libreria Ubik di via Fillungo accompagnata dalla figlia anche lei studentessa del classico. Siamo amici da anni e dobbiamo dire che questa donna ha un bel carattere e non molla mai inoltre, essendo di origini isolane ossia dell'Elba e con sfumature labroniche, dice spesso quello che pensa. Vuole prendersi il tesserino di giornalista pubblicista. Non se la cava male, ma le chiediamo sempre una maggiore assiduità.
Accanto a lei Francesca Sargenti, appena nominata responsabile della comunicazione per la Camera di Commercio area vasta. Ce la presentò, tanti anni fa, Marcello Petrozziello che approfittiamo per salutare ammesso, ma ne dubitiamo, che possa leggere queste righe. Francesca è una giornalista puntuale, precisa, attenta. Le piace la cultura e non soltanto. Anche la buona cucina sia quella degli altri, sia la sua. A proposito, ottime marmellate fatte in casa che, regolarmente, le rubiamo.
A capotavola, da un lato, una ritardataria giustificata, anche lei bravissima, una che non si scompone e che non si crea falsi problemi. Per questo ci piace sin da subito. Lucia Paolini da Torre del Lago, luogo sicuramente, almeno per noi, scarsamente ameno, insegnante circense e dotata di una carica di umanità realmente difficile da trovare. Ottimista per natura e per convinzione, trasmette gioia di vivere. Bell'acquisto davvero. Troppe donne, indubbiamente e noi che, da sempre, siamo maschilisti che non rinunciano, però, alla bravura, alla grinta e alla caparbietà tipicamente femminili, ci adagiamo e adeguiamo senza particolari traumi. Anzi. Ricordiamo ancora, tanti anni fa, intenti a dare una occhiata ai risultati dell'esame di maturità all'istituto tecnico commerciale Carrara: nove su dieci le migliori erano tutte gentildonne. Che figura barbina!
Ultima arrivata Dania Ceragioli, corrispondente e collaboratrice della Voce di New York. Gli sono piaciute le Gazzette e ha chiesto di collaborare lei che giornalista pubblicista lo è già da qualche tempo, Beh, da noi potrà migliorarsi, su questo, presuntuosamente, non c'è dubbio. Abita a Massarosa questo sì, un po' di più, luogo ameno, con quella splendida veduta sul lago di Massaciuccoli che, tuttavia, sta sempre peggio in salute ambientale.
La pattuglia dei garfagnini non perde un colpo pardon, una cena: da Andrea Pedri, uno dei migliori acquisti, simpatico, produttivo, ma difficile da rintracciare per via di quella passione della montagna che non si capisce bene come faccia ad avere visto che in montagna, alta Garfagnana, ci abita e ci vive, mamma mia che depressione, da una vita. Un ragazzo che mai rinuncerebbe alla sua terra e di questo siamo orgogliosi anche noi. C'è bisogno di senso di identità altro che fluidità o azzeramento delle differenze e delle diseguaglianze. Il decano dei collaboratori è Simone Pierotti, sposato e con due figli, podista di buon livello e maratoneta di spessore. A parità di età ci avrebbe battuto sulle lunghe distanze se si pensa che, al massimo, noi riuscivamo a viaggiare intorno ai 4 minuti a chilometro per un massimo di 15 chilometri e lui fa la maratona con tempi che ci avrebbero se non polverizzato, sicuramente annientato. Da Castelnuovo dove ha vissuto a lungo e dove lavora, si è trasferito con la moglie in quel di Borgo a Mozzano. Ragazzo in gambissima e serio, attaccato alla Gazzetta come un mastice. Merita riconoscenza oltre ogni limite. Infine Andrea Cosimini, che un anno fa se ne è andato per tentare il famoso volo che compi solo chi osa stando alle parole di Luis Sépulveda riprese dal suo irresponsabile direttore. Che non avrebbe fatto la fine di Icaro ne eravamo certi e, infatti, sta tenendo bene la rotta e l'altitudine. Continua a scrivere per noi perché dopo 11 anni è difficile staccarsi e staccare, soprattutto, se sei bravo. Ha appena pubblicato il suo primo libro che sta riscuotendo un successo notevole, una specie di miraggio grazie al quale due geni del cinema, della cultura e della musica si incontrano su un palcoscenico per una volta solamente e, difatti, il libro si intitola Solo per una sera, bellissimo. E' un bel libro, che racconta un ipotetico confronto a due tra Woody Allen e Paolo Conte. Intervisteremo l'autore il 24 luglio a Viareggio, alla libreria Mondadori adiacente al Caffè Margherita e sarebbe bellissimo poter incontrare, tra il pubblico tanti vecchi volti delle Gazzette.
Queste pizze preparate da Andrea che Sabina magnifica fino all'inverosimile, non sono niente male, una in particolare ci colpisce, con mozzarella, gamberi e zucchine. Sottile come piace a noi e a tutti, cotta al punto giusto senza sbavature. E' previsto anche un assaggio di tordelli lucchesi che, dice la proprietaria innamorata persa delle Gazzette che la seguono dall'inizio della sua avventura, sono molto buoni. La conferma arriverà, successivamente, proprio da Marco Materassi, ex direttore di banca che con il formalismo delle banche e dei bachieri oltreché dei bancari, non ha mai avuto granché a vedere. A proposito, dopo qualche forfait è venuto anche Gabriele Muratori, lo specialista della cronaca nera, quello che quando succede qualcosa diviene il nostro bersaglio preferito di richieste e informazioni. E' un vignettista superlativo e lo ha dimostrato più volte, ironico, parla poco se non quando gli pare, di compagnia. A lui si devono numerosi 'buchi', soprattutto notturni, agli altri giornali. Non è assiduo, ma c'è sempre e questo lo rende impagabile.
C'è un'altra collaboratrice che, purtroppo, non sta costantemente a Lucca e si chiama Giulia Del Chiaro, brava, scrittura semplice, ma efficace e facile da leggere, appassionata di quadrupedi cani nella fattispecie, spesso alle cene in coppia con il futuro marito che, tuttavia, questa volta è rimasto a casa a far le coccole alla cagnetta che non sta molto bene. Giulia è un'altra di quelle colleghe che, se non fosse per i mezzi ridotti al lumicino di cui dispongono le Gazzette, avremmo assunto nella nostra formazione ideale. E anche lei una donna, non c'è niente da fare, sono di un altro pianeta o, almeno, così sembra. Ne siamo sempre stati convinti e per questo non esitiamo a dire, pur maschilisti convinti, che se le Gazzette sono arrivate ad essere quel che sono, gran parte del merito va al sesso non più debole.
Ne mancano tre all'appello, non nel senso che non sono venuti ché quelli sono molti di più; bensì nel senso che alla descrizione restano amici ancor più che collaboratori. A partire da Cinzia Guidetti, anche lei memoria storica del giornale, che per qualche tempo è stata fuori, ma che, adesso, è tornata ancora più convinta e brava di un tempo. Sembra assurdo, ma a volte la lontananza, a dispetto della meravigliosa canzone di Domenico Modugno, non è come il vento che fa dimenticare chi non s'ama, anzi, in questo caso. di pura amicizia e collaborazione, ha rafforzato un legame nato tanti anni fa. Noi, purtroppo, a volte sbagliando, siamo capaci di strappi repentini, quasi incomprensibili e la sensazione che resta è quella di una assenza di riconoscenza o di sentimenti che pur non essendo reale lascia conseguenze che trascuriamo senza rendercene conto. Comunque Cinzia è rientrata e non possiamo che essergliene grati. Per una colonna, Cosimini, che se ne è volata via, un'altra l'ha sostituita.
Ciprian Gheorghita è un amico ancor più che il fotografo delle Gazzette. Anche lui, che aveva cominciato con noi in sordina, è diventato molto bravo, si è fatto conoscere ed apprezzare e adesso si sta ritagliando uno spazio tutto suo. Pur non essendo italiano, parla perfettamente la nostra lingua e la comprende sin nelle minime sfumature. Ha il grande pregio di non fare mai drammi e di prendere la vita così com'è e non come, al contrario, si vorrebbe che fosse, sforzo inutile dal momento che non sarà mai così come la vorremmo. E' un ottimista per carattere e grande lavoratore, infaticabile. Ce ne fossero di immigrati così. In più, sui vaccini e il Covid, l'ha sempre pensata come noi comportandosi con coerenza. Chapeau! Noi non potremo mai asserire con certezza che tutte le morti improvvise che hanno colpito persone di ogni sesso ed età, siano state causate dall'assunzione di vaccini sperimentali fino alla quinta dose. E' impossibile stabilirlo e attribuire delle cause precise, ma di sicuro possiamo dichiarare che le persone che conosciamo, noi in primis, e che non si sono mai vaccinate, stanno bene anzi, benissimo e non hanno avuto alcuna conseguenza. Questa non è una ipotesi, è una certezza, compresa la nostra Dory che, alla non più tenera età di 98,3 mesi e dopo aver preso due volte il Covid contagiata dal sottoscritto che non la mollava un attimo - o quasi - ed essere volata giù da una scala di marmo per 12 scalini piuttosto ripidi e conseguenti 21 giorni di terapia intensiva al San Luca, ancora si sciroppa 30 minuti di camminata a passo veloce sia pure reclamando e lamentandosi, ma chissenefrega. Se i risultati sono questi, ben venga un po' di autorità gestionale.
Resta un ultimo giornalista e rimane anche il commercialista storico delle Gazzette, quest'ultimo Giovanni Ansel, proveniente da una famiglia originaria dell'Istria che venne via subito dopo la fine della guerra. Tutt'altro che un gaudente, forte spirito di sacrificio e senso del dovere, preciso fin quasi all'esasperazione, attento ancora di più, l'unico dal quale accettiamo di farci cazziare anche se, poi, facciamo puntualmente o quasi sempre quello che ci pare. E' lui che gestisce, in piena autonomia, la contabilità dei giornali e lo fa egregiamente.
Ecco, però, Loreno Bertolacci, una persona speciale, un can che abbaia e morde anche, a volte, ma che siamo riusciti, se ci passerà il termine, ad ammansire pur senza annullarne la spontaneità. E' un amico nel vero senso della parola, uno che c'è sempre e che, anche durante il Covid, c'è sempre stato. Ha preso il tesserino dopo due anni di collaborazione attenta e a tratti geniale, poi ha mantenuto i contatti diventando anche una sorta di condirettore della Gazzetta del Serchio e strettissimo collaboratore di tutte le altre. Una ne fa e cento ne mette in cantiere, introvabile, irrintracciabile quando servirebbe come il pane, uno che riceve una media spropositata di telefonate al minuto. Uno che non tira mai via il piede dal pedale dell'acceleratore e sbaglia. Ma è fatto così, adrenalina allo stato puro. Ora che sarà ancora più vicino, per tempo a disposizione, dei giornali, si potrà, speriamo, organizzare qualcosa di più grande.
Ecco, in mezzo alla tavola campeggia una bottiglia di Glen Grant, niente di che, ma a fine pasto un goccio di whisky scozzese regala attimi di riflessione e favorisce anche la digestione. C'è chi scrive che il whisky è un antiossidante che accresce le prestazioni del cervello. Migliora, infatti, la circolazione sanguigna e l'etanolo permette ai neuroni un migliore funzionamento. Un consumo moderato riduce il rischio di Alzheimer e di demenza, perché accentua le funzioni cognitive. Come si fa a rinunciarvi? E la brava Cinzia ci dà una mano.
Arrivano sul tavolo anche i dolci, a non volerci far mancare niente. Sabina Alberti è una padrona di casa davvero ai limiti della perfezione. Non si arrabbia mai e mai perde la pazienza anche se ne avrebbe i motivi. Beata lei. Salutiamo lo staff e togliamo, più avanti, le tende. Arrivederci all'autunno nella speranza che presto si possa mettere su una cena con musica per celebrare le Gazzette e senza dimenticare tutti coloro, i nostri inserzionisti pubblicitari, che hanno reso possibile questa impresa.
Foto di Ciprian Gheorghita