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Scritto da andrea cosimini
Garfagnana
29 Dicembre 2024

Visite: 1483

Chi si forgia a queste latitudini, si riconosce subito. È determinato, tenace. Un lavoratore. Non ha troppi fronzoli per la testa. È operativo, concreto. Un tutt'uno con la terra che calpesta. 

Per capire chi siamo, spesso, basta andare in un'altra città. Lì, tra estranei, l'identità emerge con prepotenza. Il garfagnino, scarpe grosse e cervello fino, ha, per certi versi, una marcia in più. Ha una radicata cultura del sacrificio e dell'accoglienza, una naturale propensione alla solidarietà. È geneticamente programmato per rimboccarsi le maniche di fronte alle avversità.

Il garfagnino ha carattere. È resiliente. Non si abbatte al primo colpo di vento. Ha radici profonde e un tronco robusto. Non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. La testa, casomai, la usa per ragionare. È un essere pratico, che sa della vita più di quanto dimostra. 

La bontà lo contraddistingue. L'onestà. Il garfagnino è un amico leale, generoso. Non ostenta. Vede con il cuore ciò che gli occhi non colgono. Di lui, ci si può fidare. Ciecamente. Ha un animo buono e un sorriso sempre di riserva. Può apparire rude a prima vista, ma è una facciata. Come il ghiaccio che si scioglie al sole. Ha una genuina propensione per la semplicità.

Chi abita in città non ha la fortuna di crescere con l'odore del fieno nelle narici. Non sa dello scoppiettio delle caldarroste. Non ha l'orizzonte sconfinato dei nostri prati. Non conosce lo stress dei clacson. Non ha la fretta di arrivare. Osserva paziente, sulla riva del fiume.

Commentare le foto dell'amico Tommaso Teora è sempre un'impresa ardua. Ogni volta si finisce per elogiarne i soggetti. E, i soggetti, sono quasi sempre i garfagnini e la Garfagnana. Sotto trovate alcuni scatti - del 2024, ma anche del 2023 - che immortalano momenti di festa a Cerageto ("A Spasso per il Borgo"), a Lupinaia ("Festa della Castagna"), a Riana ("Festa del vino"), a Sassi ("Festa medievale") e a Sillico ("Festa medievale"). 

Il preambolo iniziale, prendetelo come un'appendice. Un "elogio del garfagnino", quello che le immagini non dicono - o, forse, dicono meglio di mille parole. 

Foto di Tommaso Teora

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