“Preoccupa molto che alcune amministrazioni comunali o altri enti pubblici abbiano organizzato, patrocinato o sostenuto con la collaborazione del Comitato 10 Febbraio, associazione non storica ma di diretta derivazione e gestione di un movimento politico di estrema destra, giornate di ricordo e mostre dedicate a Norma Cossetto”: così esordisce l’ANPI sezione Val Di Serchio e Garfagnana.
“Il revisionismo e, addirittura, il negazionismo che questa operazione evoca sono veramente preoccupanti, a partire dal fatto che, al di là della certa uccisione della ragazza in un periodo di guerra, tragico destino che ha accomunato milioni di civili in molte parti del mondo, niente di certo e storicamente documentato si sa sulle modalità con la quale fu effettuata; queste vengono invece mostrate come certe nella mostra, tradendo un neanche troppo sottinteso interesse di propaganda politica- prosegue l’ANPI- Ed è preoccupante che si sorvoli o, nella migliore delle ipotesi, si minimizzi riguardo la brutale violenza che l'esercito fascista aveva applicato nelle aree che aveva e stava occupando, come è preoccupante che non si citi il fatto che in quel periodo il territorio dove questa ragazza fu uccisa non era territorio Italiano ma OZAK (zona d'operazione del litorale adriatico) sotto il diretto controllo del terzo reich, facendo cadere anche un altro tema usato strumentalmente: quello della difesa della italianità di quel territorio. I morti di quell'area, in quel periodo storico, non furono uccisi perché italiani, ma perché occupanti".
“L’ANPI è totalmente contraria a operazioni revisionistiche, da qualunque parte politica esse provengano- termina la nota- Denuncia con forza le speculazioni decontestualizzate, le vere e proprie mistificazioni e, soprattutto, l’uso strumentale della storia per interessi che con i fatti hanno poco a che fare”.