Le prime misure emergenziali per sostenere l’economia sono state messe in atto dal Governo con i primi giorni di aprile e, a giorni, c’è attesa per un nuovo decreto. Non sarà stata la panacea di tutti i mali ma il bonus di 600 euro messo in campo per le partite Iva e i professionisti è stato un piccolo contributo che, anche se per tante attività copre ben poche spese, per taluni diventa indispensabile. Dopo le polemiche dei primi giorni legate alle modalità di pagamento e ai problemi tecnici, la procedura ha funzionato e gli aventi diritto hanno potuto presentare la propria domanda.
Spesso tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare … stavolta sembrerebbe di no perché sembra che, in linea generale, l’Inps e le varie casse previdenziali, siano riusciti ad espletare la stragrande maggioranza delle richieste.
Abbiamo effettuato una piccola inchiesta tra gli autonomi della Valle del Serchio, prendendo alcune categorie nello specifico. Ebbene, almeno l’85% dei richiedenti il bonus è stato finora soddisfatto, altri hanno presentato domanda e sono in attesa, non ci risulta che nessuna sia stata respinta.
Pertanto, Inps efficiente almeno in parte; per quanto riguarda le casse previdenziali private invece efficienza al 100%, con modalità semplificate e tempi di pagamento record.
Sembra che i primi ad essere saldati siano stati i giornalisti del territorio, iscritti ad Inpgi: domande tramite autocertificazione via mail il 1° aprile e bonifico tra l’8 e il 9 aprile. Pagamenti rapidi anche per la Cassa dei Geometri e quelli degli Ingegneri, con canali privilegiati e, magari, con meno richiedenti rispetto all’Inps. In questo caso una pioggia di domande è partita anche dalla Valle del Serchio e, nella maggioranza dei casi, sono state soddisfatte: nella nostra inchiesta pagamento confermato per negozianti, baristi, ristoratori, parrucchiere, estetiste, idraulici, artigiani, fisioterapisti, agenti di viaggio.
Ci sono tuttavia anche casi di lavoratori ancora in attesa: ce lo hanno confermato un’agente pubblicitario a partita iva, un ristoratore, un negoziante e un barista. Quattro casi su circa trenta intervistati che, ci auguriamo per gli stessi, si risolveranno nei prossimi giorni.