Noi non siamo Francesco Raspini e nemmeno lo conosciamo abbastanza per poter esprimere un giudizio sulla persona. Tuttavia, se fossimo al suo posto, ci saremmo già incazzati da un pezzo. Ma come?, è il candidato ufficiale, a tutti gli effetti, del partito democratico, colui che dovrebbe attirare su di sé l'appoggio e il consenso delle altre liste di centrosinistra e, per riuscirci, cosa si trova a dover fare? A lanciare un appello all'aggregazione dalla sua pagina facebook? Ma non si domanda, Raspini, che quell'appello all'unità della sinistra se qualcuno doveva farlo non era lui, bensì il grande architetto barghigiano al secolo Andrea Marcucci regista di tutta l'operazione primarie e compagnia bella? E perché, al contrario, nonostante il rifiuto ad ogni abbraccio da parte di Azione, Italia Viva e Italia dei Valori, a volte anche con parole sprezzanti, l'ex capogruppo al Senato per il Pd non i è fatto avanti mettendoci la faccia? Non sarà mica che anche lui coltiva qualche dubbio e altrettante perplessità sulla possibilità di Francesco Raspini di vincere la partita? E non tanto per colpa o merito del centrodestra, allo sfascio per le politiche suicide di Montemagni e Mallegni, quanto perché, qualora dal Quiesa dovesse - e sarà - scendere a Lucca Giorgio Del Ghingaro, beh, non ce ne sarebbe per nessuno. E', infatti, evidente, che King George non solo attirerebbe su di sé le simpatie e i voti di tutta una fascia, maggioritaria, di lucchesi che non amano Tambellini e la sua giunta, ma riscuoterebbe anche il consenso di coloro che, all'interno del Pd, vogliono un sindaco decisionista, presente, scevro da vecchie impostazioni ideologiche e incurante se, nel documenti comunali, sta scritto assessora o assessore come fa, a Lucca, la Ilaria Vietina che dio ce ne scampi e liberi.
Ma Francesco Raspini, al di là delle denunce civili nei confronti di Remo Santini - ma lo stile dov'è? - è in grado di comprendere che sta per finire al macello e che, apertamente o anche no, corre il rischio di essere abbandonato nella sua corsa a primo cittadino di Lucca? Attenzione, perché a noi risulta che Giorgio Del Ghingaro non solo sta fermo sul suo 80 per cento di probabilità di scendere in lizza - noi sottoscriviamo il 99,99 per cento - ma anche che alcune liste civiche di Lucca, addirittura insospettabili, sarebbero pronte a seguirlo all'insegna di quella volontà ribadita nell'intervista da noi pubblicata a Marco Remaschi secondo cui il bene e lo sviluppo della città vengono prima di qualsiasi contrapposizione ideologica.
Avete notato il silenzio di Baccelli di rovo? Sembra sparito, perso nei meandri di una Regione dove si trova a pennello visto anche il robusto stipendio mensile che farebbe passare la voglia di candidarsi a sindaco di Lucca a chiunque. Ma il silenzio più pesante, lo ripetiamo, è quello di Andrea Marcucci, vecchia volpe del trasformismo politico, il quale, siamo certi, stara chiedendosi se vale la pena puntare tutto su un cavallo che non ha la certezza di vincere.
A questo punto, però, la palla passa a Francesco Raspini il quale, pare e con ragione, in sede di direttivo lucchese di partito, avrebbe manifestato qualche segno di arrabbiatura. Se così fosse, lo comprendiamo e ne avrebbe anche le ragioni. Ormai è chiaro che a sinistra il Pd non troverà alleati perché gli pseudo alleati hanno già messo in piedi una grande piattaforma centrista e riformista, una piattaforma su cui, chi dovrà e vorrà atterrare, lo farà in assoluta sicurezza e pari dignità. I lavori sono avviati da tempo, le fondamenta ci sono e attualmente si stanno curando le rifiniture affinché il quadro e l'equilibrio siano perfetti.
Prepariamoci a delle interessanti sorprese e non tanto o non solamente per chi atterrerà, ma per chi sceglierà di stare a guardare l'atterraggio.