"Messer Ludovico. Noi havemo avuto le vostre lettere" comincia così il carteggio scritto dal duca Alfonso primo d'Este indirizzato a Ludovico Ariosto, datato 13 febbraio 1524 ed oggi riconsegnato all'archivio di stato di Massa, che custodisce fin dai tempi di Giovanni Sforza, primo direttore dell'archivio apuano, parte delle corrispondenze tra il nobile Ferrarese e il poeta, in quegli anni governatore della Garfagnana.
Un ritrovamento storico reso possibile grazie al lavoro sinergico tra il ministero dei beni culturali e il reparto speciale "Tutela dei beni culturali" dell'arma dei carabinieri di Venezia. Il manoscritto, infatti, dopo essere caduto nelle mani di un privato, che a sua volta ha venduto ad un collezionista modenese, è stato, a seguito di numerose indagini, sequestrato in quanto appartenente al patrimonio demaniale ed autenticato.
È attraverso documenti come questo che si può tessere con precisione e accuratezza la storia locale e nazionale. Le fonti autentiche, sono come piccole tessere di un puzzle che tornano al loro posto e restituiscono prese nella loro interezza un'immagine chiara e distinta del nostro passato: il ritrovamento di oggi insegna questo. Nessun rappresentante del comune di Massa era presente all'appuntamento, presente, invece, il sindaco di Castelnuovo di Garfagnana, Andrea Tagliasacchi, oltre ai dirigenti dell'archivio, e ad una classe del liceo classico Pellegrino Rossi, il prefetto Guido Aprea che con grande soddisfazione ha dichiarato: "Questa giornata storica è per i ragazzi, la tutela e la valorizzazione sono i pilastri della nostra cultura. Abbiamo il dovere di conservare questi documenti ma anche di renderli fruibili. C'è la necessità di investire nella cultura, lo stato c'è ed è pronto a continuare ad arricchire il proprio patrimonio" .
"Ringraziamo gli studenti qui presenti e tutti coloro che hanno reso possibile questa scoperta - ha continuato il colonnello Americo Di Pirro, comandante provinciale dei carabinieri - abbiamo nuclei specifici come quello specializzato nella tutela del patrimonio, che dal 1969 rappresenta un'eccellenza, oggi abbiamo ritrovato la nostra storia, è come un ritorno a casa".
"Il mercato illecito va oltre i confini nazionali - ha concluso Emanuele Meneleo, comandante del nucleo tutela dei beni culturali di Venezia -. Il nostro lavoro è recuperare ciò che viene sottratto illegalmente dal nostro patrimonio. Un mercante di Verona ha comprato questo documento e riconoscendone l'importanza ha provato a venderlo a Modena, il ministero ci ha avvisato e siamo intervenuti. Abbiamo sequestrato la lettera e ve la stiamo restituendo, questo è un bene dello stato italiano e ad esso appartiene".
Foto di Alessandro Vatteroni