I grandi eventi mediatici, come lo è un campionato del mondo di calcio, finiscono per unire una comunità, che sia nazione o gruppo etnico, dietro ad un simbolo o colore: lo è sempre stato per la nostra nazionale che finiva per unire in un abbraccio collettivo anche chi il pallone non lo aveva mai seguito. Gli attuali mondiali di Qatar sono, a dir poco, sui generis, sia per l’inedito periodo di svolgimento (inverno), sia per l’assenza dell’Italia ma non sono mancati, anche in questa occasione, gli spunti sociali e socializzanti.
Così è divenuto il mondiale delle comunità straniere presenti sul nostro territorio ma in particolare di quella marocchina, una delle più numericamente cospicue ed integrate da almeno un paio di generazioni. Il cammino sorprendente della nazionale nordafricana che si sta spingendo ad un passo dal trionfo finale ha posto l’accento su questo gruppo etnico che si ritrova nei luoghi pubblici per assistere alle partite e scende in piazza per festeggiare.
E’ così anche in Valle del Serchio, con scene di visibilio nei principali centri, come Fornaci di Barga e Castelnuovo di Garfagnana. Fin dalla prima partita dei gironi, tanti sportivi di nazionalità marocchina si sono ritrovati nelle abitazioni e in alcuni locali pubblici, divenendo un vero e proprio elemento di colore e curiosità. In particolare il centralissimo e storico bar Aurora – Dal Nando di piazza della Repubblica, da sempre punto di ritrovo di tante comunità straniere che vivono in zona, è divenuto il bar mondiale per antonomasia.
“Dal 1992 il nostro bar si è trasferito in questa zona – ci racconta il titolare Stefano Pioli – ma ha una lunga storia, iniziata negli anni ’70 con mio padre. Da sempre qua si ritrovano, insieme ai consueti clienti di tutte le età, giovani e meno giovani di varie nazionalità ed etnie. Le comunità più numerose sono quella marocchina e quella romena, manche anche albanese, macedone, cingalese. Il mondiale di Qatar è senza dubbio il mondiale del Marocco e, partita dopo partita, è cresciuto il gruppo di tifosi marocchini che seguono le partite da noi. Partiti in una decina, siamo arrivati a circa 50, supportati da tanti amici italiani che ormai hanno adottato i colori del nord Africa”.
Così, anche contro il Portogallo è stato tripudio e, al termine dei novanta minuti, la festa si è trasferita in piazza Umberto. Bello vedere tanto entusiasmo, ma soprattutto vedere un tifo corretto e multietnico, di integrazione, come è da sempre il bar “Dal Nando”. “Al di là dei paroloni – continua Pioli – da noi non ci sono mai stati problemi particolari ma generazioni di immigrati trascorrono il tempo libero da noi, socializzano con tutti. La comunità marocchina è probabilmente la più numerosa tra gli stranieri e si è perfettamente integrata nella comunità di Castelnuovo, con i bambini che da 20 – 30 anni frequentano le scuole”.
Un locale pubblico, quindi, da prendere ad esempio? “Il nostro è un punto di ritrovo e un classico bar come ai vecchi tempi, si gioca a carte, si legge il giornale, si guarda lo sport, le partite. Se posso fare una battuta, è più facile che siano scontri tra tifosi italiani, juventini con fiorentini, o napoletani con interisti o perfino tifosi del tennis, chi tifa Djokovic, chi tifa Berrettini, chi tifa Sinner, ma è il bello dello sport anche questo!”.