È un eccezionale ritrovamento quello dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Venezia: una lettera - originale ed autografa – che il duca d’Este Alfonso I, il 13 febbraio 1524, avrebbe indirizzato all’allora commissario della Garfagnana Ludovico Ariosto.
Un mercante di Verona l’aveva messa in vendita sul mercato antiquario librario e proposta, molto ingenuamente, all’archivio di stato di Modena. La direttrice, vista l’entità del documento, ha voluto giustamente vederci chiaro e ha avvisato immediatamente la scuola archivistica di Roma. È iniziata quindi una procedura ministeriale che ha portato all’attivazione della soprintendenza veneta e dei carabinieri a tutela del patrimonio artistico.
Subito si è mossa la magistratura: sono state avviate le indagini, che hanno coinvolto gli archivi, ed è stato chiesto il sequestro del bene da parte degli uomini dell’Arma. La missiva è stata studiata, con rigore, da storici ed esperti. Sono stati analizzati i segni, per escludere l’ipotesi di un falso, e alla fine è stato appurato che, in effetti, si trattava di un manoscritto autentico già noto all’archivio di stato di Massa in quanto inventariato, di proprio pugno, dall’allora direttore Giovanni Sforza. Incontrovertibili le prove: scrittura, grafia e filigrana confermavano l’origine cinquecentesca dell’atto; i numeri dell’inventario, la provenienza dall’archivio massese.
Stamattina, in via Giovanni Sforza a Massa, c’è stata la riconsegna ufficiale – da parte delle forze dell’ordine – della lettera all’archivio. Uno straordinario evento al quale non poteva mancare una rappresentanza garfagnina. Dal capoluogo, Castelnuovo di Garfagnana, sono scesi infatti il sindaco Andrea Tagliasacchi e il consigliere delegato alla cultura Niccolò Roni, nonché il presidente della locale pro loco Silvio Fioravanti.
“Si tratta di un ritrovamento importante – ha dichiarato il primo cittadino – perché arricchisce il quadro dell’esperienza del poeta-governatore Ludovico Ariosto in Garfagnana dal 1522 al 1525. Il documento, inoltre, si inserisce nel più ampio contesto di valorizzazione dei beni culturali legati alla presenza degli estensi in Garfagnana e di ristrutturazione della Rocca Ariostesca che l’amministrazione di Castelnuovo sta portando avanti”.
Di cosa si parla nella lettera: Alfonso I d’Este scrive al commissario garfagnino Ludovico Ariosto riferendogli di aver finalmente catturato il sicario di un omicidio commesso poco tempo prima, di averlo rinchiuso nelle carceri e legato con i ferri alle caviglie; nello stesso contesto, chiede all’Ariosto di risolvere il problema del clero corrotto in Garfagnana che accoglie i banditi nelle proprie canoniche e li protegge.