"Il linguaggio può nascondere la verità, gli occhi mai". Così scriveva Michail Bulgàkov, lo scrittore russo nato a Kiev, nel suo capolavoro insuperato "Il Maestro e Margherita".
Gli occhi non mentono. E quelli di mammà ci vedono fin troppo bene. Come nella migliore tradizione del sud, la famiglia è l'istituzione cardine di questa esilarante commedia partenopea dove la figura della madre aleggia come una presenza saggia e, allo stesso tempo, invadente.
La "Premiata Pasticceria Bellavista", lo spettacolo di Vincenzo Salemme andato in scena ieri sera al Teatro Alfieri di Castelnuovo per la regia di Giuseppe Miale di Mauro, è stato un invito a riflettere sulla differenza tra il vedere e il guardare. Due verbi apparentemente simili, ma che non sono affatto dei sinonimi: l'uno, il vedere, si ferma alla superficie; l'altro, il guardare, va oltre.
Ha ragione mammà: "Le donne sono furbe, non vanno guardate con gli occhi ma con la testa". Ah, se solo si ascoltassero un po' di più le mamme... Un piano criminale: uccidere la vecchia, pardon l'anziana, anzi no, chella. Come? Con una torta avvelenata da una dose eccessiva di ammoniaca. Unico atto di pietà: un po' di cocaina al posto dello zucchero a velo, giusto per stordirla prima di tirare le cuoia.
La vittima e l'arma del delitto sono chiare. Ma il movente? Eccolo servito: una questione di eredità, di testamento. In realtà, di vendetta. Carmine, rimasto cieco dopo un incidente stradale, rivuole indietro i suoi occhi. Da chi? Da Ermanno, il titolare della pasticceria, il figlio di mammà. Alla base, un equivoco: Ermanno ha subìto un trapianto di cornee, ma i bulbi inoculati sono quelli di Carmine. Il fatto è che lui non lo sapeva. E ora che, finalmente, ci rivede, non vuole disfarsene. Che casino.
Per tutti paga mammà che tanto, a 95 anni, ciò che doveva vedere lo ha visto. Resta, però, la domanda: ma Ermanno ha riconquistato davvero la vista dopo il trapianto? La risposta che sembra suggerire la commedia è no. Perché, in fondo, quelle che Ermanno vede sono soltanto ombre. Le stesse di Carmine. Entrambi sono ciechi perché, oltre alle apparenze, non sanno cogliere l'essenziale che - come insegna "Il Piccolo Principe" - è invisibile agli occhi.
Mammà l'aveva capito, ma tanto le mamme chi le ascolta.
Foto di Tommaso Teora