È stata intitolata “Riprendiamoci il comune” la nuova raccolta-firme per promuovere due leggi di iniziativa popolare in ambito di finanza locale. La campagna informativa, localmente parlando, è stata resa nota attraverso un comunicato ufficiale dal “Comitato per l'attuazione della Costituzione della Valle del Serchio”, in cui si precisa che per avviare l’iter legislativo sarà necessario il raggiungimento di 50mila firme entro la data del 10 luglio.
Nella nota, si legge come il comitato promotore di “Riprendiamoci il comune” abbia già fatto pervenire i moduli necessari per la firma a tutti i 7mila 902 comuni italiani (e dove sarà possibile andare a firmare), ma la documentazione (https://riprendiamociilcomune.it) e la petizione sono disponibili anche online (https://raccoltafirme.cloud/app/).
La prima proposta si basa sulla sostituzione del pareggio di bilancio finanziario con quello “sociale, ecologico e di genere”, eliminando così tutte quelle norme che al momento impediscono l’assunzione di nuovo personale e dando alle comunità territoriali nuovi strumenti di autogoverno e riappropriazioni dei servizi pubblici, mentre la seconda proposta si prefigge la socializzazione della Cassa depositi e prestiti, trasformandola in un ente di diritto pubblico per permettere così agli enti territoriali di poter usufruire delle ingenti risorse del risparmio postale, che ammonta a circa 280 miliardi.
“Il Comitato per l’attuazione della costituzione Valle del Serchio – si legge nel comunicato – ritiene che le due leggi di iniziativa popolare, pur migliorabili dal lato dell’attuabilità concreta, vadano sostenute con forza e pertanto invita i cittadini a recarsi a firmare presso i rispettivi comuni. In particolare, appare positivo che nelle proposte si ponga l’accento sulla necessità di sviluppare la democrazia e la partecipazione dei cittadini alle scelte degli enti Locali, tutelare i beni comuni e soprattutto arrestare le politiche di privatizzazione dei servizi, riportando gli stessi nella sfera pubblica. Le problematiche degli enti locali sono però anche altre e vanno affrontate complessivamente. Non è possibile parlare di democratizzazione degli enti locali senza restituire maggiori funzioni agli organi assembleari elettivi, nella fattispecie ai consigli comunali, da eleggere con sistema proporzionale puro, ridimensionando pertanto i poteri dei sindaci. andando ad eliminare l’elezione diretta degli stessi.