Un vero e proprio tripudio quello di sabato a Valdottavo al teatro Colombo, stracolmo di gente che ha voluto ascoltare direttamente dall’autore del libro. Quell’autore che, secondo il suo pensiero come sempre ribadisce, poteva essere definito “il mondo al contrario”, sempre incalzato da domande, spesso pungenti, del direttore delle Gazzette Aldo Grandi e da quelle del pubblico e dell’organizzatrice dell’evento Yamila Bertieri.
Naturalmente la serata culturale al teatro Colombo, che si è protratta fino alle venti, non è finita qui. Dopo il fragore di applausi che hanno intervallato con costanza le parole di Vannacci, per i più fortunati che avevano riempito la sala c’è stata la possibilità, vista l’ora, di cenare con l’autore del libro e condividere con lui un momento di relax con le gambe sotto un tavolino.
Quale migliore location, proprio in Borgo a Mozzano, di quella dell’osteria “i Macelli”? Un locale elegante che prende il nome dalla vecchia destinazione dell’edificio dove il gestore, coniugando al femminile la tradizione gastronomica locale, ha cercato di dare, e possiamo affermare ci sia riuscito perfettamente, un tocco di classe a questa festa, perché di festa per Vannacci si è trattata.
Una festa che la comunità della valle gli ha voluto tripudiare per questa presentazione del libro sul territorio. E allora cosa meglio di un menu ricco di leccornie locali? Come un antipasto di salumi e formaggi accompagnato dagli immancabili crostini e sformati. Ma i due primi piatti hanno forse lasciato il segno sul palato dell’autore del mondo al contrario che, almeno nella nostra cucina locale, questo mondo sembra essere sempre quello di prima che segue il verso giusto.
Alimento locale per antonomasia come il tortello fatto in casa con antiche farine prodotte dal mulino di Piezza. E’ stato quindi servito un gustoso piatto di tortelli al sugo ripieni di carne, verdure ed erbette, variante al classico tortello lucchese. Un successo per questo primo piatto che ha dovuto lasciare però, secondo noi, il primo posto in assoluto ai “maccheroni della nonna”, maccheroni fatti in casa con sugo di funghi porcini, zucca mantovana, salsiccia di prosciutto di cinta e maggiorana. Per non parlare del cheescake al cioccolato e fragole finale, il tutto annaffiato con vino locale rosso.
Leccornie d’altri tempi dove il mondo viaggiava forse nella direzione giusta e dove la tavola e i momenti conviviali costituivano parentesi importanti di una quotidianità più lenta, più riflessiva e forse un po’ più normale. Una serata con l’autore del libro che ha riempito, oltre la sala del teatro, anche le sale del famoso ristorante. Una serata nella quale non sono mancate le foto con i vari partecipanti al convivio che ha lasciato tutti entusiasti e sorpresi dello squisito e pacato modo di fare e di essere del generale, che si è rapportato e confrontato con tutti con eleganza e con un innato senso comunicativo e relazionale. Insomma, parafrasando un noto slogan di una radio locale: “tutti pazzi per Vannacci”.
Come succede in questi casi dove il successo incommensurabile di un libro dovrebbe far pensare e riflettere, c’è sempre chi la può pensare diversamente e menomale che è così, siamo in una democrazia. Ma quando questo pensiero coincide con manifestazioni atte a ostacolare un importante evento culturale, perché di cultura si tratta, con la volontà palese che si trasforma in ostruzionismo anche da parte del primo cittadino del comune che lo ospita e che dovrebbe essere invece un garante e beh si, allora la cosa diviene discutibile.
Parlando in termini musicali, una nota stonata in una sinfonia che tanta gente forse voleva e vuole sentire. E sicuramente questo atteggiamento “al contrario” può rischiare di trasformare un momento culturale in un momento politico, cosa che nessuno, ma soprattutto l’autore, vuole. Intanto le manifestazioni e le presentazioni andranno avanti, con spirito di confronto e discussione nel pieno rispetto di quella costituzione che tutti amano che permette la libera espressione del pensiero, che non deve essere quello unico e dominante. Fatevene una ragione!