Siamo solo al secondo appuntamento della stagione teatrale 2022-2023, eppure sembra che il Teatro dei Differente abbia già vinto su tutta la linea. Dopo il successo di metà novembre con “Trappola per topi”, in cui figurava anche il cantante e autore de Lo Stato Sociale Lodo Guenzi, il teatro barghigiano, nella serata di ieri, ha assistito nuovamente ad una platea gremita quasi fino all’orlo, questa volta per seguire dal vivo il frizzante spettacolo “40 e sto!”, pensato e interpretato dall’attrice e conduttrice romagnola Andrea Delogu.
Il sipario si è aperto alle 21 circa, e da quel momento è entrato in gioco un flusso di coscienza che si è protratto, quasi senza pause, fino agli scroscianti applausi per un finale ironico e drammatico al tempo stesso.
La Delogu è un vero e proprio animale da palcoscenico, una naturalezza che quasi lascia sconcertati in un primo momento; vulcanica e senza peli sulla lingua sin dalle prime battute: i riflettori la cercano e lei fa di tutto per non evitarli, come lei stessa ha simpaticamente ammesso.
Uno spettacolo autoreferenziale sì, ma con un contatto quasi morboso col pubblico, interrogato, interpellato, e addirittura chiamato ad assaggiare i suoi spritz fatti sul momento (senza ghiaccio), tra risate, momenti imbarazzanti e qualche lacrimuccia.
Ma senza perdersi in virtuosismi, di cosa tratta “40 e sto!”? Tra aneddoti della sua vita, ripercorsa dagli Anni 80 ai giorni nostri, condizioni e cliché con cui una donna deve fare i conti, e riferimenti culturali e musicali a profusione, la Delogu porta in scena una tragicomica disamina del suo carattere e delle sue esperienze di vita, soppesate nel raggiungimento di un traguardo che molto spesso risulta una spartiacque nella vita di tutti: il fatidico arrivo ai quarant’anni.
Si parte dalla comunità di recupero di San Patrignano, in cui l’attrice è nata e cresciuta fino a 12 anni, la successiva “scoperta” del mondo esterno, gli amori, il matrimonio, gli affetti imprescindibili, con una playlist di sottofondo azzeccatissima che guida la Delogu e gli spettatori all’interno di una vita, eccezionale e particolare, ma anche tremendamente simile a quella di altre milioni di donne.
Quasi un terzo degli italiani vive ormai da solo (o da single) ci racconta la Delogu, ma nonostante tutto lo stigma di arrivare in quella condizione a quarant’anni (specialmente se donna) continua ad essere un fantasma che si fa fatica ad abbandonare.
Abbiamo il bisogno, a volte folle, di sentirci accettati, ma forse, ad una “certa” età (che la Delogu porta benissimo), quello che davvero conta è sapersi voler bene, nonostante tutto. Essere sé stessi, a dispetto di quello che una frase del genere voglia dire, facendo i conti con le costanti difficoltà, ferite più o meno gravi, le perdite, cercando, per quel che si può, di sentirsi sempre vivi.