Non si ferma la mobilitazione dei metalmeccanici contro il ritiro di Federmeccanica dal tavolo di trattativa per il rinnovo del CCNL di categoria. Nella giornata di oggi, in occasione dello sciopero nazionale indetto da Fiom Cgil, Fim Cisl e UilM Uil, anche i lavoratori lucchesi della categoria hanno incrociato le braccia e si sono presentati in mattinata a reclamare la ripresa delle trattative con un presidio in piazza Bernardini, di fronte alla sede di Confindustria.
Le richieste di lavoratori e sindacati riguardano elementi che, dal loro punto di vista, dovrebbero essere una ovvia base di partenza per il rinnovo di un contratto collettivo nazionale: un aumento salariale sufficiente per fare fronte all'aumento del costo della vita.
"Questa istanza - affermano Nicola Riva (Fiom Cgil Lucca), Bruno Casotti (Fim Cisl Toscana nord) e Giacomo Saisi (UilM Uil) - è stata, però, ampiamente disattesa dall'associazione datoriale, che la ha rifiutata, presentando a novembre una propria controproposta diametralmente opposta a quella votata democraticamente dai lavoratori metalmeccanici".
"Al suo interno - spiegano i tre sindacalisti - non c'è certezza di un aumento salariale, visto che a fronte dei 280 euro a regime richiesti dai sindacati, Federmeccanica ha proposto un aumento pari a zero euro certi. La controproposta datoriale vorrebbe invece escludere dalla paga oraria gli scatti di anzianità, abbassandola di fatto di un euro l'ora, e sostituendo gli aumenti salariali con il riconoscimento di una tantum".
"La richiesta dei lavoratori di diminuire l'orario lavorativo per compensare la riduzione della mole di lavoro legata ad automazione ed impiego dell'intelligenza artificiale - continuano - è stata trasformata dalle imprese nella proposta di esproprio dei permessi individuali non ancora utilizzati. Nell'ambito della sicurezza, invece di assecondare la richiesta di investimenti ed interventi per migliorare gli ambienti di lavoro, Federmeccanica propone l'introduzione di un'assicurazione che in caso di sopraggiunta invalidità dovrebbe garantire un'indennità".
"Questa istanza - affermano Nicola Riva (Fiom Cgil Lucca), Bruno Casotti (Fim Cisl Toscana nord) e Giacomo Saisi (UilM Uil) - è stata, però, ampiamente disattesa dall'associazione datoriale, che la ha rifiutata, presentando a novembre una propria controproposta diametralmente opposta a quella votata democraticamente dai lavoratori metalmeccanici".
"Al suo interno - spiegano i tre sindacalisti - non c'è certezza di un aumento salariale, visto che a fronte dei 280 euro a regime richiesti dai sindacati, Federmeccanica ha proposto un aumento pari a zero euro certi. La controproposta datoriale vorrebbe invece escludere dalla paga oraria gli scatti di anzianità, abbassandola di fatto di un euro l'ora, e sostituendo gli aumenti salariali con il riconoscimento di una tantum".
"La richiesta dei lavoratori di diminuire l'orario lavorativo per compensare la riduzione della mole di lavoro legata ad automazione ed impiego dell'intelligenza artificiale - continuano - è stata trasformata dalle imprese nella proposta di esproprio dei permessi individuali non ancora utilizzati. Nell'ambito della sicurezza, invece di assecondare la richiesta di investimenti ed interventi per migliorare gli ambienti di lavoro, Federmeccanica propone l'introduzione di un'assicurazione che in caso di sopraggiunta invalidità dovrebbe garantire un'indennità".
"Un'ipotesi ritenuta offensiva dai sindacati - incalzano Riva, Casotti e Saisi -, la cui priorità resta la salvaguardia delle condizioni lavorative e salariali dei propri rappresentati. Per questo motivo l'intero comparto metalmeccanico si trova ormai da tempo in uno stato di agitazione che si è concretizzato in una serie di scioperi, culminati in quello nazionale dell'intera giornata lavorativa del 28 marzo, che ha visto i lavoratori scendere nuovamente in piazza consapevoli della necessità di riaprire il tavolo di trattativa in tempi brevi e della possibilità di dover effettuare ulteriori iniziative di mobilitazione. Ipotesi condivisa anche Fiom Cgil Lucca, Fim Cisl Toscana Nord e UilM Uil, che sono pronte a continuare la propria lotta al fianco dei metalmeccanici".
"È pertanto auspicabile - concludono - che le imprese si inizino a muovere nei confronti di Confindustria e Federmeccanica per sbloccare la trattativa su un contratto che i lavoratori metalmeccanici si meritano di vedere rinnovato".
"È pertanto auspicabile - concludono - che le imprese si inizino a muovere nei confronti di Confindustria e Federmeccanica per sbloccare la trattativa su un contratto che i lavoratori metalmeccanici si meritano di vedere rinnovato".
Alcuni dati sulla partecipazione di alcune delle principali aziende del territorio: KME 83 per cento; Velan 70 per cento; ENGRAVING 90 per cento; Valmet Converting 78 per cento; Movi 80 per cento.