L'azienda Kme di Fornaci di Barga risponde ai recenti comunicati stampa sindacali rigettando qualsiasi riferimento ad instabilità economica, crisi e crolli.
"È totalmente falso - esordisce Kme - il riferimento a instabilità economica, crisi e crolli. La realtà è che, dopo alcuni anni di intensa riorganizzazione, KME chiude i bilanci in positivo e, nonostante l’attuale drammatico periodo, si accinge ad essere una delle (purtroppo poche) aziende che chiuderà il primo semestre 2020 praticamente in linea con l’ambizioso budget definito lo scorso novembre".
"Non è un atteggiamento responsabile - continua l'azienda - strumentalizzare , per fini di visibilità mediatica funzionali alla imminente campagna elettorale sindacale, una realtà che, con una gestione presa a modello da molte altre aziende e associazioni di categoria, ha superato la crisi Covid garantendo un ambiente di lavoro più sicuro dell’ambiente esterno. Durante la crisi sanitaria KME ha servito regolarmente i propri clienti delle filiere strategiche, senza mai fermarsi, ed ha chiuso il primo quadrimestre 2020 raggiungendo pienamente gli obbiettivi di budget stabiliti ben prima della crisi, grazie all’impegno e alla professionalità dei propri dipendenti".
"Appare inopportuno - incalza Kme - minacciare “iniziative sindacali a tutela delle garanzie occupazionali e in difesa dei siti produttivi”, vale a dire qualche ora di sciopero e qualche manifestazione: molto utile in questo periodo? La realtà è che KME deve affrontare le conseguenze di questi mesi di blocco globale di alcuni mercati e deve gestire con grande attenzione le dinamiche di un difficile ritorno alla normalità. Tutto questo sarà affrontato nel prossimo futuro con lo stesso massimo impegno, anche rivolto alla salvaguardia dell’occupazione, come sempre avuto in passato, che ha permesso di ridurre gli esuberi da alcune centinaia a qualche decina e rilanciare l’azienda".
"Alla luce di quanto sopra - conclude l'azienda - sarà convocato al più presto un incontro anche per chiarire le nuove modalità di relazioni industriali che i recenti comunicati, di fatto, chiedono a gran voce".