Migranti di successo, e le loro case. La storia dell'emigrazione barghigiana, e del ritorno di chi ha fatto fortuna, si legge nella mostra "La nuova Barga: architettura e arti decorative tra liberty e stile eclettico (1900-1935)", alla Fondazione Ricci ETS, che resta aperta anche questo fine settimana a ingresso libero in via Roma 20 a Barga (LU).
Si tratta di una esposizione di immagini che raccontano la storia di ben 113 gli edifici, documentati negli esterni e negli interni, e con la ricostruzione delle storie delle famiglie che li hanno abitati: il primo censimento, di fatto, della Barga Liberty, della Barga costruita dai migranti di ritorno. Sono ville, villini, palazzine e palazzi che si costruiscono e decorano con i diversi linguaggi dal neo rinascimentale al neo romanico, dal neo gotico, fino al neo orientale e moresco, frutto delle spinte innovative "dell'arte moderna" del patrimonio di visioni, ricordi, stimoli, esperienze portato dai migranti di ritorno, nella patria in cui rientravano a testa alta finalmente ricchi delle fortune fatte all'estero.
Ma, soprattutto, sono la dimostrazione tangibile e sgargiante delle fortune fatte, delle capacità dimostrate, delle occasioni immense che ha trovato all'estero chi ha dovuto lasciare la terra patria per povertà, disagio, mancanza di prospettive migliori, ed è tornato per riposare e godersi quanto guadagnato. E non solo: le storie raccontate da queste ville, trasmesse dalle tradizioni orali, raccontano di migranti di ritorno che non solo hanno costruito gran parte della città plasmandola con la propria visione del mondo fatta di stili e visioni maturati altrove, ma che hanno ora le possibilità economiche per donare risorse alla città che li ha visti partire da miseri, e poter per esempio sovvenzionare i lavori di ristrutturazione di un monumento, o costruire la scuola, o donare apparecchi per l'ospedale.
"Il forte legame tra gli emigranti e Barga offre una occasione molto interessante per coniugare la storia della prima metà del Novecento con il Liberty – spiega Cristiana Ricci, presidente della Fondazione Ricci – e questa esposizione riesce a mettere in evidenza le forme più svariate che assumono sia gli elementi architettonici che quelli squisitamente decorativi sia delle facciate che degli interni e la contaminazione che si sviluppò in particolare lungo l'asse Canteo-Mologno dove, con l'arrivo della ferrovia, Barga ebbe la sua stazione. Dai dati catastali e dalle testimonianze raccolte risulta evidente che molti dei 113 villini di Barga e delle frazioni limitrofe sono ancora di proprietà dei discendenti del committente. Al di là dei vincoli urbanistici, i forti legami tra gli emigrati e i loro 'ceppi' familiari, e la consuetudine dei periodici rientri a Barga prevalentemente dall'Inghilterra e dalla Scozia, anche negli anni di attività lavorativa e successivamente quando ritornavano stabilmente, appare evidente che la committenza dei villini Liberty di Barga dette vita a una pianificazione urbanistica del tutto simile a quella che fu all'origine della costruzione dei palazzi e delle ville dei viali di circonvallazione di Lucca".
La mostra è organizzata dalla Fondazione Ricci ETS e dall'Istituto storico lucchese sezione di Barga, con il patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Barga, dell'associazione Italia Liberty, con la collaborazione della Fondazione Paolo Cresci e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca; è stata selezionata tra gli eventi promossi all'interno della Festival Art Nouveau Week (www.italialiberty.it/category/mostre), la settimana internazionale dedicata all'art nouveau promossa in Italia dall'associazione Italia Liberty con il patrocinio di MiC Ministero della Cultura, Enit, Council of Europe e Fondazione Italia Patria della Bellezza.
L'esposizione è aperta giovedì e venerdì ore 16-19, sabato e domenica ore 10-12 e 16-19 a ingresso libero; per maggiori informazioni sulla mostra: Fondazione Ricci ETS, 0583724357,