Siamo ormai agli sgoccioli della stagione teatrale 2022-2023 al teatro “Dei Differenti” di Barga (ultimo appuntamento il prossimo venerdì con “La Valigia”, interpretata da Giuseppe Battiston), eppure il livello artistico proposto dalla kermesse barghigiana non accenna a diminuire, e anzi raggiunge picchi di assoluta eccellenza.
Mattatore, e vero e proprio one-man-standing, dello spettacolo andato in scena ieri sera è stato il talentuoso e versatile attore Fabio Troiano (che sul grande schermo ha recitato anche per Silvio Soldini e Gennaro Nunziante), che col suo “Il Dio Bambino” è riuscito a conquistare senza appello il numeroso pubblico, meritandosi una prolungata standing ovation al termine dell’esibizione.
Sono tante le personalità che hanno collaborato e lavorato per lo sviluppo dello spettacolo: Giorgio Gallione alla regia, Lorena Gioberti alle scene e ai costumi, Aldo Mantovani per luci e disegno. Eppure, tutta la scena se l’è presa proprio Troiano, che per un’ora e mezza, guidato solo dai testi e dalle musiche dell’indimenticabile Giorgio Gaber e Sandro Luporini, ha trasportato i presenti in un mondo di dolci sentimenti, nevrotici ragionamenti e dolorose constatazioni.
Troiano è da solo, sia fisicamente che metaforicamente: non c’è niente sul palco che possa dargli “supporto”, solamente tavoli vuoti, bottiglie lasciate a metà e una miriade di fiori sparsi sul pavimento. È uno scenario che non può non ricordare la fine di una festa, quando tutti se ne vanno e si resta lì, svuotati di tutto e costretti a pensare a noi stessi e alle nostre insignificantemente grandi difficoltà.
Ed è proprio dalle macerie che partono i ragionamenti (così comuni ma così privati) dell’attore: può un amore come gli altri, contraddistinto dai propri alti e bassi, rappresentare ancora il soggetto perfetto per una narrazione ai limiti dell’eroico? Troiano ci prova, e grazie anche al suo talento, regala momenti di pura poesia: una relazione che nasce tra gli angoli acuminati della passione della gelosia e dell’indivia, e si sviluppa in turbinio di emozioni e sensazioni attraverso gli anni, tra un vita coniugale che travalica spesso nella tossicità, egoismi di varia sorta, istinti che pensavamo di aver sepolto con l’adolescenza e attimi di pura catarsi, sia fisica che mentale.
“La compassione reciproca è roba da adulti” chiosa l’attore, perché è proprio nel conflittuale rapporto tra la nostra età, le nostre responsabilità e le nostre libertà che si muove la narrazione dello spettacolo: dovremo mai vergognarci della nostra eterna immaturità? O invece esaltarci per la nostra affascinante spontaneità?
Troiano racconta una storia sentita milioni di volte, eppure riesce a turbare e smuovere le coscienze. Il miracolo del parto e le difficoltà della paternità, i compromessi col partner e le spinte verso nuove conquiste, i sogni di un lavoro che soddisfi e le tante delusioni lungo il cammino.
Una tragicomica e potente contemporaneità che scava nell’insicurezza e nei crucci di ogni essere umano: i dilemmi posti sono tanti, ma abbiamo davvero voglia di risolverli?