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Scritto da giulia rapaioli
Barga
07 Aprile 2025

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Tra grandi investimenti, servizi educativi e nuovi progetti in cantiere, l’amministrazione comunale di Barga si confronta con sfide complesse che coinvolgono l’assetto urbanistico, il tessuto sociale e la visione di sviluppo del territorio: dalla costruzione del nuovo asilo nido in Piangrande all’importante intervento da 5 milioni e 400 mila euro sulla ex scuola elementare nel centro di Fornaci di Barga, fino all’ipotesi - ancora preliminare - della nascita di un centro commerciale naturale a Barga.

In attesa di capire come queste iniziative evolveranno e quale sarà il loro beneficio sulla comunità locale, La Gazzetta del Serchio ha raggiunto la prima cittadina del comune Caterina Campani per confrontarsi vis a vis sul momento che sta vivendo il comune.

Rompiamo subito il ghiaccio: sindaco o sindaca?

Sindaca.

Vada per sindaca. L'antenna telefonica vicina al nuovo asilo in costruzione è un problema sì o no?

L’antenna è lì da moltissimo tempo. Diversi anni fa, su richiesta della popolazione, Arpat ha fatto i controlli e le misurazioni - non solo intorno all’antenna, ma prendendone in considerazione un ampio raggio. Dal punto di vista dell’inquinamento elettromagnetico, non sono stati rilevati problemi.

Come amministrazione cosa avete fatto?

Ci siamo interessati per spostarla, prendendo contatti con la società che oggi gestisce l’antenna, così da poter richiederne il trasferimento. Abbiamo inoltre stanziato, per questo 2025, le risorse per il piano delle antenne.

Cos'è il piano delle antenne?

Ci serve per non subire le scelte delle società e delle compagnie, così da poter governare dove, eventualmente, posizionare un’antenna oppure no.

E a che punto siete?

Stiamo dando ora l’incarico. Con il piano operativo siamo avanti. Il piano delle antenne non dovrà andare dentro il piano operativo, ma procedere di pari passo. 

Mi scusi, ma perché costruire il nuovo asilo proprio in Piangrande?

Questa è un’area che è stata individuata già nel 2014 nel piano strutturale, allora piano operativo, ex regolamento urbanistico, per delocalizzare la scuola materna e fare la nuova cittadella scolastica. Poi sono cambiate le condizioni nel tempo, così abbiamo rimodificato le cose.

Qual'era l’idea principale?

Quella di portare le elementari e le medie nella nuova area, e spostare la materna nell’attuale sede delle elementari. Poi è intervenuto un grande investimento della provincia sull’Isi 2, dove oggi c’è una commistione tra le scuole medie al piano di sotto e le superiori al piano di sopra. Con il nuovo intervento abbiamo chiesto di fare in modo che tutto l’Isi 2 venisse liberato e che il blocco delle superiori rimanesse nella parte bassa, così da evitare la commistione. A lavori ultimati, la parte superiore dell’edificio - oggi di proprietà della provincia - dovrebbe rimanere al comune, ma sarà necessario regolarizzare la situazione.

Poi come si è modificata l'idea?

Si è presentata l’opportunità del nido perché anche le politiche educative sono cambiate nel corso degli anni. Tant’è che gli ultimi finanziamenti erano rivolti allo 0-6 anni: non solo da un punto di vista strutturale degli edifici che, quindi, comprendessero il nido con la materna, ma soprattutto la politica educativa volge a privilegiare che ci sia una continuità tra i due percorsi. Quindi abbiamo deciso di rivedere il progetto inserendo nido e materna.

C'è richiesta sul territorio?

Al momento abbiamo 40 bambini in lista di attesa, l’80 per cento sul comune di Barga. Offrire questo servizio lo considero un fiore all’occhiello.

Domanda: l'asilo non poteva essere ospitato in altri immobili già esistenti, evitando quindi il consumo di nuovo suolo?

Con molto orgoglio posso affermare che non ci sentiamo affatto un’amministrazione che non è stata attenta a questi aspetti. Da quando ne faccio parte, non soltanto come sindaca, ma dal 2009, è vero che abbiamo utilizzato due aree, ma per fare scuole, non per speculazioni edilizie. In tutti questi anni abbiamo riqualificato edifici pubblici, edifici che abbiamo recuperato dal privato, le ex scuole (Castelvecchio, Mologno, Renaio, Ponte all’Ania) che ora sono tutte sedi di comitati, le strutture delle ferrovie che abbiamo preso in comodato d’uso gratuito ( Mologno, Fornaci, compresi i magazzini di Fornaci). Tutto per restituirli al territorio, all’associazionismo e per fare attività. Sono circa 17 gli edifici tra quelli che sono stati recuperati e che stiamo recuperando. Solo in questo periodo abbiamo diversi lavori in corso: con la misericordia di Castelvecchio a Castelvecchio, Palazzo Giannetti, la palestra a Fornaci, la ex scuola elementare, a Ponte all’Ania ci sono due interventi. Il tema della cementificazione è una questione importante, ma non mi sento di dire che non c’è attenzione.

Parliamo del grande intervento finanziato da Arti sulla ex scuola di Fornaci. Quando lo vedremo realizzato?

Dovrà essere completato e rendicontato entro giugno 2026. Si tratta di un edificio che verrà interamente recuperato. Abbiamo un accordo con Regione Toscana e Arti: c’è uno sviluppo delle attività del centro per l’impiego, in cui verranno potenziati anche i servizi, diventando il punto principale dei centri per l’impiego nella Valle del Serchio. Al piano di sopra verrà allestita anche una parte di archivio. Al piano di sotto invece saranno lasciati degli spazi per le esigenze dell’amministrazione e per l’associazionismo del territorio.

Quanto incide questo progetto sulla strategia di rilancio della frazione?

Io credo che sia importante. A questo ci lego anche l’intervento su Piazza IV Novembre dal valore di 700 mila euro: il cuore di Fornaci viene rivalorizzato. Questo è un primo passo per la complessiva riqualificazione del’intero centro commerciale. Oltretutto, è una struttura che ha delle grandi potenzialità, il centro per l’impiego potrà svolgere dei corsi, le stesse associazioni potranno aumentare e potenziare le proprie attività anche grazie alla presenza di aule multimediali, e alle stanze polifunzionali che potranno essere utilizzate per convegni a disposizione per la comunità, amministrazione, associazioni.

Il 27 marzo, in sala consiliare, si è svolto l’incontro con le attività di Barga per discutere la proposta della creazione di un “centro commerciale naturale”. Erano presenti anche i rappresentanti di Confcommercio. Può dirci qualcosa in merito?

Purtroppo non ero presente perché impegnata su un altro fronte. C’è stata una prima assemblea, abbastanza partecipata, dove è stato spiegato in cosa consiste la creazione di un centro commerciale naturale. Si è trattato di un confronto molto preliminare, in cui è stata fatta un po’ di informativa per avere qualche base e una conoscenza iniziale. Dopo Pasqua ci sarà un nuovo confronto per capire se ci sono le condizioni per andare avanti.

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