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Scritto da Redazione
Barga
01 Maggio 2020

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Un 1° maggio da dimenticare quello del 2020 per Fornaci di Barga, cittadina della valle del Serchio, notoriamente frequentata da migliaia di persone per l'omonima festa. Festa del lavoro con la L maiuscola, oltre che dei lavoratori della nostra valle e non solo. Festa che ogni anno ha ospitato espositori sempre più numerosi, che si confrontano o meglio si confrontavano fino a questo anno ed esponevano nella fiera fornacina il meglio della loro attività. Attività che, per colpa di un nemico subdolo ed invisibile chiamato tecnicamente Covid-19, sono state bruscamente interrotte dalle stringenti disposizioni di legge che vietano qualsiasi assembramento e la maggior parte delle attività lavorative nella nostra valle e su tutto il territorio nazionale. Le “eccellenze” (parola fin troppo usata, spesso anche impropriamente) imprenditoriali,  lavorative, commerciali e professionali del nostro territorio non possono esporre i prodotti e le attività che svolgono e questo per la prima volta nella storia del  1° maggio fornacino.

Questa mattina ci siamo recati nella cittadina commerciale di Fornaci, punto di riferimento commerciale per tutta la valle, per poter descrivere e fotografare un paesaggio, che fin da subito si è rivelato spettrale, degno dei migliori film apocalittici, se confrontato con l’anno prima. Una Fornaci completamente vuota, silenziosa e attonita, una Fornaci che attende trepidamente la ripresa del commercio, delle attività, della quotidianità fatta di rumori, gente, veicoli e soprattutto per il 1° maggio, di banchetti, espositori e commercianti, tutti accumunati di tanta speranza per il futuro. Dopo un fortuito incontro con il sindaco di Barga ed un giro per le strade e piazze che appena un anno prima erano affollate di gente e intasate appunto da banchetti e veicoli di vario genere esposti, abbiamo provato a fotografare da vari punti di (s)vista questa realtà che, tutti ci auguriamo, non si debba ripetere, con la voglia di dimenticare presto questo strano momento. Sensazioni che si avvicendavano nella mente e nel cuore di chi vive ed ha vissuto in questa realtà ogni giorno, sensazioni alimentate dal contrasto con il ricordo dell’anno passato, di quelle strade e piazze piene di gente e perché no, piene anche di tanta allegria e voglia di stare insieme. Mentre ora si deve fare i conti con il cosiddetto “distanziamento sociale” stando rintanati in casa.

Sensazioni difficili però da descrivere. Chi meglio di un fondatore del  1° maggio a Fornaci poteva aiutarci a descrivere quanto in questo momento sta provando chi attraversa Fornaci il 1° maggio 2020? Abbiamo quindi deciso di contattare telefonicamente un veterano della manifestazione, Milvio Sainati, chiedendogli cosa provasse in questo giorno. Uno degli ideatori che, insieme all’amico personale Saverio Fiori e Vambo Bonfanti, sono stati gli artefici di questo importante appuntamento che si svolge tutti gli anni da decenni, senza interruzione.

Buon giorno, le chiediamo quali sono le sensazioni di un fondatore del 1° maggio di Fornaci di Barga oggi in epoca di corona virus: “Tristezza, tristezza e ancora tanta tristezza. Abituati a 59 anni di manifestazione, partendo da 10 motorini che faceva buffo a vederli in mezzo alla piazza. Ci avevamo il sindaco, il taglio del nastro, ci avevamo tutto. E poi siamo arrivati a quello a cui siamo arrivati ora. Vedendo una cosa così sembra quasi irreale. Non posso che essere triste quest’anno.  –continua Sainati- Una manifestazione che mi vide tre anni fa, con l’entusiasmo di un tempo, progettista e ideatore della mostra dei sapori della terra. Stamattina mi ha telefonato Tarabori, amico di Lucca, che mi ha aiutato anche alla stesura del mio libro che uscirà a breve  dicendomi: lo sai che io ho quarant’ anni e da quando sono nato sono venuto a Fornaci per il 1° maggio tutti gli anni? Ma quest’anno dovendo rimanere in casa non riesco a capacitarmi. Mi hanno telefono poi tante persone per salutarmi, alcune che non conosco, ma che ogni anno vengono a Fornaci alla manifestazione, esprimendomi tristezza e vicinanza. Il 1° maggio ogni anno si rivela una manifestazione di festa, di colori e di allegria. –continua Sainati- Ogni anno, in un locale dove lavorano normalmente due persone, per il 1° maggio ci lavorano otto persone e questo dà l’idea di cosa sia il 1° maggio a Fornaci. Spero che il prossimo anno tutto questo possa ritornare alla normalità. -Milvio Sainati conclude- il 1° maggio è un momento per tutti, per il babbo che visita un espositore di attrezzi da giardino, per una mamma che visita un espositore di fiori e per un figlio che si diverte intorno a dei trattori agricoli. Insomma una festa a misura di famiglia. Per due giorni viviamo sereni, ci godiamo questa festa di allegria di spensieratezza.”

Insomma, una manifestazione, una festa, una mostra a misura d’uomo e di famiglia. Un appuntamento tanto atteso per la nostra valle che richiama gente da tutta Italia, a livello espositivo e non.  Una data importante che serve a promuovere le eccellenze del nostro territorio, ma anche a farlo conoscere ed apprezzare da tutti. Non per nulla questa manifestazione nasce nella “valle del bello e del buono”. Speriamo che qualche cosa di bello e di buono ci riservi il futuro per tutti noi.

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