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Grande colpo del Ghiviborgo che cala il tris sul campo del Seravezza
Derby infrasettimanale al Buon Riposo di Seravezza tra i padroni di casa e il Ghiviborgo. C’era attesa per un match tra due squadre in forma e dalla buona posizione di classifica e, come spesso accade in questo genere di incontri, il risultato è stato il più sorprendente
Bedini sugli scudi con gli azzurrini a Trieste
Parco protagonista sulla penisola tra trail e corse su strada, internazionali e non. A Trieste, alla "Corsa dei Castelli di Trieste", gara valida come incontro internazionale per nazionali…
Margherita Voliani e Antonio Del Vecchio vincono la Stracastelnuovo
In una giornata autunnale caratterizzata da forti temporali, sabato 19 ottobre si è corsa la 19^ Stracastelnuovo. La gara a circuito cittadino, organizzata e…
Il Castelnuovo regge un tempo poi lo Sporting Cecina dilaga
Il Castelnuovo torna con le ossa rotte dalla trasferta di Cecina dove, dopo un buon primo tempo chiuso in rimonta sul 2-2, viene travolto nella ripresa
Nannizzi vince a La Spezia, Abbattantuono protagonista a Prato
Fine settimana ricco di appuntamenti per il GP Parco Alpi Apuane Team Ecoverde. A Biella, al "Circuito Citta' di Biella", secondo posto assoluto per…
Chilometro verticale, il G.S. Orecchiella Garfagnana conquista il titolo italiano a squadre
E' apoteosi tricolore in Garfagnana per la conquista dello scudetto nella specialità del Chilometro Verticale da parte della compagine femminile del sodalizio bianco-celeste
Oggi alle 15 allo stadio Nardini torna il super derby tra Castelnuovo e Viareggio
Fino a pochi decenni fa il derby della provincia di Lucca tra Castelnuovo e Viareggio valeva un campionato o punti pesanti tra i professionisti: oggi la sfida potrebbe valere molto perché la classifica dei gialloblu si sta facendo interessante, comunque resta un derby dal fascino indiscusso
Orecchiella Garfagnana in evidenza ad Arezzo nel campionato Italiano di corsa su strada
Ad Arezzo si sono svolti nel fine settimana i campionati Italiani su strada sulla distanza di 10 Km, valevoli come terza prova del campionato italiano assoluto di corsa 2024
Golf Club Garfagnana, vince Federico Pieroni
Lo scorso fine settimana al Golf Club Garfagnana è stata disputata la sesta ed ultima prova del torneo "Super Masters 2024", circuito interno che annovera come main sponsors …
Gp Parco Alpi Apuane protagonista a Viareggio
Fine settimana ricco di appuntamenti per il GP Parco Alpi Apuane Team Ecoverde parallelamente al Campionato Italiano per Società di corsa su strada. A…
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Franchi, Cipolli, Coppola, Benedetti, Fanani, Venturelli, Rossi, Garfagnini, Micchi, Barsotti, Galli, Cavalcante, Fiori, Felici e Francini sono nomi rimasti scolpiti nella memoria degli sportivi del capoluogo garfagnino: esattamente venti anni fa l’Us Castelnuovo, guidato da mister Favarin, chiudeva al terzo posto con 57 punti la sua stagione d’esordio in C2, il primo di nove campionati indimenticabili tra i professionisti. Soltanto Spezia e Alessandria seppero far meglio dei gialloblù, capaci di mettersi alle spalle e regolare squadre del calibro di Prato, Mantova, Novara, Pro Vercelli, Pro Patria e Viareggio. La “creatura” del presidente Mauro Marchini, numero uno di un club che sotto la sua guida salì dalla Prima Categoria fino al calcio professionistico, si avvaleva del lavoro di Paolo Giovannini, ad oggi il miglior direttore generale della Serie C.
Il dirigente di Bagni di Lucca può essere considerato, a tutti gli effetti, come l’architetto di quella rosa che impressionò gli addetti ai lavori per la qualità del gioco espresso. Proprio con Giovannini, il principale artefice delle ultime brillanti stagioni del Pontedera, La Gazzetta del Serchio, ha voluto ripercorrere quella indimenticabile stagione culminata con la sfortunata semifinale play-off contro il Prato di Maccarone.
Direttore, a venti anni da quella indimenticabile stagione quali ricordi le vengono in mente?
Una grande gioia e tanto affetto per la società gialloblù; sono stati cinque anni indimenticabili, con il sottoscritto che ha avuto la fortuna di lavorare con l’indimenticato presidente Mauro Marchini, dirigenti come Marco Scaltritti, Franco Pedreschi, Renato Tolaini, Silvano Lombardi e di conoscere persone che nutrono un grande amore per questi colori come Francolino Bondi. Assieme ad un pubblico caloroso ed entusiasta abbiamo conquistato due storiche partecipazioni ai play-off, regalando tanti dispiacere a formazioni dal blasone storico, oltre che conquistare tre salvezze assolutamente tranquille. Noto un linea comune tra Castelnuovo e l’attuale Pontedera
Nell’estate 1999 ai confermati senatori del gruppo storico si unirono Andrea Cipolli, Massimo Garfagnini, il rientrante Pacifico Fanani da Pontedera, Matteo Rossi e nel mercato invernale Michele Coppola. Si sarebbe mai aspettato di chiudere il campionato al terzo posto?
Pronosticare alla vigilia del debutto assoluto tra i professionisti un campionato d’alta quota, onestamente, era difficile. Il nostro obiettivo era la salvezza ma devo dire che coltivavo la sensazione di una permanenza in C2 senza particolari patemi. È stato fondamentale mantenere l’intelaiatura della squadra che aveva dominato la Serie D, con mister Favarin in testa. Per quanto riguarda gli acquisti menzionati, ero abbastanza sicuro del loro rendimento poiché si trattava di elementi di ottima qualità, oltre che di un certo spessore umano avendo avuto modo di conoscerli quando svolgevo il ruolo di procuratore. Diciamo che sono andato sul sicuro anche perché il Castelnuovo era un club molto solido. Merito della famiglia Marchini e del lavoro svolto pure da Marco Scaltritti.
L’inizio però fu traumatico. Quattro sconfitte in Coppa Italia e un k.o. all’esordio al “Picco” contro lo Spezia degli “invincibili” di Mandorlini
Il precampionato fu per noi una sorta di rodaggio traumatico. Non dimentichiamoci che nel girone di Coppa affrontammo tre formazioni di Serie C1 come Livorno, Carrarese e Siena, con i bianconeri che ha fine stagione ottennero la storica promozione in B. Ricordo bene il match in terra ligure, perso 4-1 contro la formazione più del girone A che non a caso salì di categoria senza mai perdere una partita. A fine gara il presidente Marchini giunse negli spogliatoi preoccupato per il proseguo della stagione: fummo io e Franco Pedreschi a rincuorarlo poiché conoscevo il valore del gruppo. Avendo personalmente esaminato il valore delle rivali, ero fiducioso della nostra forza con un tecnico preparato come Favarin che già conoscevo l’ambiente. La forza di quel club era di avere dirigenti in grado di analizzare con raziocinio ogni partita, così da mantenere sempre un fondamentale equilibrio.
Terzo posto finale, miglior attacco del torneo con 59 goal e tre elementi in doppia cifra: quanto contò il lavoro di Favarin?
L’impronta di Giancarlo fu evidente con una bella manovra offensiva, avvantaggiata dal fatto che la squadra, metabolizzato lo stop di La Spezia, ripartì con il piglio giusto sconfiggendo, in campo neutro, Meda e Montichiari, passando a Pontedera e infliggendo un 3-1 alla Biellese nella prima gara giocata al “Nardini”. Era un gioco in grado di esaltare la tecnica della nostra rosa che poteva, alla luce della classifica, scendere in campo libera mentalmente. Non mancarono, inoltre, le efficaci innovazioni tattiche di Favarin con la squadra che mutava, a match in corso, il proprio vestito tattico. In tante occasione, proprio accade nel calcio di oggi, Benedetti si abbassava tra i due difensori Venturelli e Fanani
Quanto è stato importante avere un base di calciatori locale formata dai vari Fiori, Franchi, Micchi, Fanani, Venturelli e i lucchesi Barsotti e Benedetti?
Fu un aspetto fondamentale per creare quel grande spirito di attaccamento alla maglia che legaava la squadra ai tifosi. Ricordo che per una stagione abbiamo portato sulla maglia la scritta “Valle del Serchio”: il Castelnuovo era l’emblema di una zona intera, il team sportivo nel quale tutti si indentificavano. Una valle intera era unita nel tifare gialloblù.
Quale partita di quella stagione le è rimasta impressa nella mente?
Sono stati tanti i momenti indimenticabili: dal 4-1 rifilato nel derby al Viareggio, ai successi esterni sui campi di Mantova, Prato e Vercelli per arrivare alla vittoria contro l’Alessandria, l’altra promossa del nostro girone. Può sembrare paradossale, però, la gara indimenticabile per me fu il 2-2 (i marcatori dei gialloblù furono Rossi e Benedetti nda) contro lo Spezia del 6 gennaio 2000. A quattro mesi di distanza dal rovescio subito in terra ligure, era bello osservare dalla panchina i progressi compiuti dalla squadra che andò vicinissima dallo sconfiggere la capolista. È stato gratificante vedere realizzare sul terreno di gioco il progetto che avevo in mente. In Nardini stracolmo subimmo, infatti, il definitivo pareggio di Igor Zaniolo (doppietta per lui), papà di Nicolò stella della Roma mentre in tribuna stavamo scoppiando dei tafferugli tra i nostri tifosi e quelli spezzini. Credo che la squadra incassò il gol proprio a causa di un calo di concentrazione dettato da quel motivo.
A tanti anni di distanza, resta ancora un pizzico di rammarico per l’esito della semifinale play-off contro il Prato?
Con l’esperienza maturata in questi anni (all’epoca Paolo Giovannini era alla seconda stagione da direttore generale nda), avrei sicuramente gestito in maniera diversa la settimana successiva alla sfida di andata, vinta dal Castelnuovo 1-0 al Lungobisenzio. Ricordo il grande entusiasmo dei tanti sostenitori arrivati in massa a Prato, già convinti di aver strappato il pass per la finalissima. Sarei dovuto intervenire per far sì che la squadra arrivasse con più tranquillità ai 90’ decisivi. Sono situazioni simili a quello che viviamo a Pontedera: dopo una bella vittoria esterna, ad esempio, può succedere che nella gara interna il team non renda come previsto. È da 22 anni che faccio questo mestiere: posso affermare tranquillamente che certi errori si correggono grazie all’esperienza. Al ritorno, comunque, fummo molto sfortunati vedi il palo colpito da Cipolli sullo 0-0 e il brutto infortunio alla spalla subito da Franchi.
Pensi che il Castelnuovo versione 1999-2000 sia stato il migliore nei tuoi cinque anni di gestione?
Alla luce del lavoro svolto nel biennio 1998-2000, del gioco espresso e del contagioso entusiasmo, credo che quel Castelnuovo abbia fatto vedere le cose più belle. Ci tengo a menzionare, comunque, anche il Castelnuovo edizione 2002-2003, nuovamente tornato ai play-off e soprattutto l’unica formazione del girone B della C2 a rimanere imbattuto contro la Fiorentina (allora Florentia Viola nda) pareggiandovi, tra Coppa Italia e campionato, in tre occasioni (1-1 al Franchi in due occasioni sempre con gol di Martelloni e 0-0 al Porta Elisa nda). Contro la nostra difesa neppure bomber Riganò riuscì a segnare.
Come si piazzerebbe quella squadra nella Serie C dei giorni nostri?
Onestamente questo tipo di paragone lungo un arco temporale di venti anni non mi appassiona. Ritengo, comunque, che quella formazione sarebbe stata protagonista di un campionato di terza serie come quelli odierni. Basta pensare ai tanti elementi di quella rosa che si sono affermati in altre piazze, vedi Venturelli nella Triestina, capitan Massimo Barsotti, il grande Edoardo Micchi, Pacifico Fanani, Michele Coppola, Matteo Rossi e Alessandro Galli che ha fatto incetta di campionati tra Venezia, Sangiovannese e Lucchese. Come non menzionare Luigi Grassi, ancora decisivo in un campionato difficile la Serie D, la carriera e i successi di Giancarlo Favarin parlano da sola così come quella del sottoscritto. Sì, quel Castelnuovo era davvero una grande squadra.”
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La sua stagione era cominciata in maniera a dir poco straordinaria: due nuovi personali nel giro di un mese, la conquista del pass per i mondiali Juniores a Nairobi e la pre-convocazione per le Olimpiadi di Tokyo grazie all’1,90 saltato a Minsk. La pandemia mondiale ha interrotto la sua ascesa, ma non ha certo spento i suoi sogni. È addolorata, ma allo stesso tempo ancora più motivata Idea Pieroni, la diciassettenne atleta della Virtus Lucca considerata il più grande prospetto giovanile del salto in alto italiano femminile, uno dei talenti più brillanti dell’intero panorama azzurro. L’abbiamo “raggiunta” online nella sua Barga, terra di origine anche sportiva.
“Come ho affrontato questo periodo di isolamento forzato? Devo dire bene: mi alleno tutti i giorni, ho più tempo per studiare e mi sento molto tranquilla” confida Idea. Chiaramente la quarantena a quell’età si fa sentire su tanti fronti: “E’ ovvio che mi manchi il mio ragazzo, gli amici e lo stare insieme alle persone a cui voglio bene”.
Quando proviamo a ripercorrere quei due mesi fantastici a cavallo tra gennaio e febbraio sembra ancora non credere a quello che è riuscita a fare: “Prima delle gare indoor non immaginavo di riuscire a migliorare così tanto (dall’1,85 all’1,90 passando da 1,87 ndr). Il merito è stato in gran parte dagli allenamenti mirati svolti insieme ai miei tecnici e alla preparazione fisica. Ho lavorato molto per potenziare la muscolatura e i risultati si sono visti”. Poi è arrivato il coronavirus… “Diciamo subito una cosa: non sono “delusa” da questo stop forzato, la parola giusta è “addolorata”. Probabilmente torneremo a disputare delle gare ufficiali solo a settembre e dunque la stagione se ne sarà andata. Abbiamo perso tutti delle opportunità importanti”.
Nel frattempo, però, come detto Idea non si è persa d’animo e ha continuato i suoi allenamenti: “Non mi sono fermata nemmeno un giorno. In sostanza mi alleno più di prima perché sono passata da 5 a 7 giorni alla settimana. È chiaro che non posso fare allenamenti specifici, più tecnici, ma sono comunque contenta”. Non è ancora chiaro cosa accadrà nelle prossime settimane, ma Idea pensa già al ritorno in pedana: “Spero che a settembre si possano disputare i campionati italiani e di tornare a vestire la maglia della Virtus. Poi ci sarebbero i mondiali junior di Nairobi; c’è molta incertezza, ma spero che vengano recuperati a fine anno”. Le Olimpiadi, invece, sono slittate al 2021 e Idea ci crede: “Il fatto di essere stata inserita nella lista delle pre-convocate era già stata una gioia immensa. Con un anno in più di tempo spero di potermi guadagnare la convocazione vera e propria. Ma questo è il mio sogno di alteta e così se non sarà per il 2021 punterò dritta al 2024. O perché no… al 2028”. Potere dei 17 anni e di una grande voglia di stupire ancora.