“A breve non ci sarò più”. Questa la frase pronunciata al telefono da Alberto Accastello, 40 anni. Dall’altra parte il fratello, che dopo aver udito quelle sconcertanti parole, ha avvertito i carabinieri. Questi si sono precipitati immediatamente sul posto. Era però troppo tardi.
Il 9 novembre, alle ore 05:30, il padre di Carignano (Torino) ha sparato alla moglie Barbara Gargano, 38 anni, e ai loro due gemellini, Aurora e Alessandro, 2 anni appena. Non ha risparmiato neppure il chihuahua Cicco, il loro cane. Come nei peggiori finali, Alberto Accastello si è poi sparato un colpo alla testa. L’arma era legalmente detenuta. Restano ad oggi ancora ignote le cause del folle gesto.
Aurora e Alessandro sono stati trovati vivi e trasportati d’urgenza all’ospedale Regina Margherita di Torino. Alessandro è morto poco dopo mentre Aurora è morta giovedì. Le sue condizioni erano apparse subito disperate, i medici l’avevano dichiarata inoperabile perché il proiettile aveva attraversato il cervello.
Ma ieri uno spiraglio di luce è apparso in questa drammatica vicenda. È infatti intervenuta la decisione dei nonni di donare i suoi piccoli organi. Aurora ha salvato la vita di tre bambini con cuore fegato e reni.
Nel contesto agghiacciante in cui si è svolta tutta la vicenda, avevano fatto discutere le parole del Vescovo, Pier Giorgio Micchiardi che venerdì aveva iniziato l’omelia così: “La comunità cristiana accoglie tutti, senza scandagliare le coscienze. Perché la coscienza è un santuario personalissimo, le chiavi per accedervi le ha solo Dio”.
Ha poi aggiunto: “Non si può non prendere in considerazione la gravità di certe azioni, ma deve essere una considerazione che ci stimola a sostenere il cammino delle famiglie nei momenti di difficoltà. Di fronte alla morte ed alla tragedia che è avvenuta abbiamo bisogno di un cammino di luce che ci viene da Gesù Cristo, che ha vinto la morte con la resurrezione”. Di fronte a questo intervento, soltanto comprensibile sdegno.
C’è attesa per la celebrazione dei funerali di Barbara e dei gemellini. I genitori della donna avevano preventivato di celebrarli oggi ma il nulla osta della Procura tarda ad arrivare.
In foto la criminologa Anna Vagli