Grazie al Capitano di Ragione di Camporgiano - il magistrato criminale - possiamo avere un'idea dell'indole delle garfagnine del Seicento. Taluna purtroppo subisce le soverchie maschili, come ad esempio una certa Antonia di Andrea, che prende però il coraggio di denunciare Franceschino, detto il Picchio da Vibbiana, per "haverli tirata neve, datali due pugni nella bocca et fronte facendo sangue, percossola con un marello sul brazzo diritto gravemente et impeditala di venir alla Ragione minacciandoli d'amazzarla se ci fosse vinuta".
Non tutte però sopportano passivamente, anzi; talvolta l'iniziativa è proprio femminile, tanto per riequilibrare la statistica. Risale all'8 luglio del 1603 un giudizio del Capitano Nicolò Barisani, che si trova a condannare Maria e Maddalena, sorelle, figlie del già Giovannino da Colle detto il Guerra, soprannome familiare che è già tutto un programma. Le donne, colte da Battista di Pietro a fare erba nel suo campo, non ci pensarono due volte a reagire: "la Maria prese un sasso, et lo gettò al detto Battista, et lo colse nella faccia, per la qual percossa restò ferito con grand'effusione di sangue, et essendo subito cascato in terra, la detta Maria vi saltò addosso".
Non da meno l'Angelina da Vibbiana, querelata per aver fatto segare, di notte, una colonna alla pergola dell'Angelina d'Alfonso, turbandola nel suo possesso. Tipica invece, la lite fra suocera e nuora, accapigliandosi in quel di Colle la Domenica di Jacomo e la Maria. Una povera vicina, la Giovanna di Marco, tentando di spartirle, "restò percossa in un brazzo senza far sangue".
Le agguerrite garfagnine del Seicento
Scritto da Redazione
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03 Novembre 2020
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