Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento inviatoci dall'avvocato Micaela Bosi Picchiotti di Pieve Fosciana in cui replica indirettamente a quanto apparso nell'articolo a firma del collega Andrea Pedri sui disagi della famiglia Verona-Avella:
Gentile direttore,
questa mattina ho letto con sommo stupore un articolo riferibile alla famiglia Verona-Avella e sullo stato di bisogno lamentato e assenza di riscontro da parte delle Istituzioni.
Nell'articolo, pur non facendo riferimento a persone in particolare, si riferisce di vessazioni, umiliazioni e molestie. Evidentemente il Vs collaboratore Andrea Pedri non ha riscontrato, come in realtà avrebbe dovuto fare, le veridicità di quanto riferito dal nucleo familiare. Ciò che evidentemente è stato volutamente omesso è che il Sig. Verona e la sua famiglia sono stati allontanati dalla provincia di Massa dopo aver distrutto una abitazione di proprietà di una anziana signora, vittima anch'essa di danneggiamento riferibile al Sig. Verona, condannato in via definitiva.
Ed ancora la famiglia Verona non ha evidentemente riferito di aver preso in locazione un immobile in Garfagnana producendo falsa documentazione attestante una lavoro subordinato di fatto inesistente; di aver corrisposto unicamente il primo canone e la caparra di una mensilità con il contributo rilasciatogli dal Comune di Massa. Di aver chiesto, a distanza di una decina di giorni dalla presa in possesso dell'abitazione, una somma di € 5.000,00 come "buona uscita" pena il mantenimento del possesso che - a detta dei coniugi - nessuno avrebbe mai contestato a fronte della presenza di un disabile. Azione per la quale il Sig. Verona è sotto procedimento penale per truffa e tentata estorsione.
Ed ancora nulla riferiscono sul fatto di aver causato in detto immobile oltre diecimila euro di danni, senza provvedere al pagamento non solo del canone di affitto ma anche delle utenze per ulteriori quattromila euro circa. Nulla riferiscono sulla discarica a cielo aperto che ha causato la presenza di roditori anche nelle abitazioni vicine.
La signora Avella pare non aver specificato al giornalista che le molestie riportate sul giornale sono state denunciate in capo al proprietario di una delle tante abitazioni che hanno avuto la disgrazia di incontrare la famiglia Verona, presentata - guarda caso - il giorno stesso in cui doveva eseguirsi l'ennesimo sfratto esecutivo per morosità; e che quella denuncia è stata prontamente archiviata dalla procura della Repubblica che ha capito subito la pretestuosità dell'azione.
I Verona pare non abbiamo nemmeno accennato alle minacce rivolte all'amministratore di sostegno del figlio e al Giudice Tutelare del Tribunale di Lucca, rei - secondo i coniugi - di non permettergli l'utilizzo della pensione di invalidità di cui gode il ragazzo. Sul punto nulla dicono dei diversi tentativi degli Assistenti sociali e degli Psichiatri di collocare il figlio Riccardo in una struttura ove sicuramente sarebbe più seguito e tutelato.
Ed ancora hanno omesso la campagna diffamatoria aggravata dall'uso dei social media, messa in atto dalla Sig.ra Avella nei confronti della scrivente - di cui risponderà giudizialmente - secondo la quale vi era un disegno criminoso ove io stessa, in concorso con l'intera Stazione dei Carabinieri e dello A.d.S., avremmo tentato "di internare tutti e tre". Post pubblicato il giorno prima di una delle udienze penali del marito.
Evidentemente nulla hanno riferito sull'impegno della amministrazione comunale per il reperimento della abitazione dove ancora una volta è in corso uno sfratto esecutivo in quanto, pur avendo anche percepito emolumenti, non hanno mai corrisposto alcun canone lasciando il debito interamente in capo al Comune di Pieve Fosciana (e quindi ai cittadini). Nulla hanno detto su come sono stati causati danni nell'odierna abitazione che era stata ripristinata - a spese dei contribuenti - proprio per il loro arrivo.
Tacciono sulle varie occupazioni del Verona, mai proseguite dove semplicemente evitava di presentarsi così da perdere puntualmente il lavoro. Nemmeno l'Avella pare abbia riferito al Giornalista del lavoro come colf-badante trovato nel Comune limitrofo di Gallicano e di come anche questa esperienza non sia continuata.
Nulla hanno detto sulla accoglienza della Gente della Garfagnana - ivi compresa la scrivente - che gli ha portato generi alimentari, vestiario e corredo di casa; salvo poi non mostrare alcun minimo rispetto del prossimo ed anzi recare disturbo con urla, colpi e schiamazzi soprattutto durante le ore notturne.
Tacciono sulla pretesa di assistenzialismo a tutto tondo in assenza del minimo impegno per quella stabilità tanto agognata.
Vivere dignitosamente, facendo fronte ai propri impegni - ivi compreso quello di lavorare - è evidentemente faticoso, lo sappiamo. Forse gli unici che non lo vogliono sapere sono proprio i coniugi Verona.
Tutto quanto sopra riportato è comprovato da documenti e atti giudiziari.
Pertanto mi auguro che il Vostro Giornale nel prossimo futuro, prima di pubblicazioni di tal fatta, si accerti quanto meno della veridicità di quanto appreso poiché non sono certo le Istituzioni presenti sul territorio o l'Amministrazione Comunale, a doversi interrogare o ancor peggio a doversi vergognare ma solamente i coniugi Verona-Avella.
