Non si sorprende più nessuno, a malincuore, dei tagli ingenti che sta subendo la sanità in Valle del Serchio. Ospedali smembrati, personale ridotto all’osso, case di comunità a mezzo servizio e guardie mediche ormai rade come un fiocco di neve nel Sahara.
La situazione è critica, per usare un eufemismo, e nonostante le tante, troppe segnalazioni, e la “lezione” che avrebbe dovuto impartire la pandemia, c’è il rischio di nuovi tagli e accentramenti verso le strutture cittadine: un vero e proprio biglietto da visita per foraggiare lo spopolamento delle valli.
Gli appelli per porre fine a questo massacro continuano ad avere voce, e l’ultimo, a firma del consigliere comunale di Bagni di Lucca Claudio Gemignani, si concentra sulle difficoltà nel reperire soccorso attraverso la guardia medica: un servizio che rischia scomparire (o vivacchiare per i più sensibili) in tutta la Mediavalle.
Il consigliere di opposizione, per la lista “Progetto Futuro”, non usa giri di parole: Bagni di Lucca, e tutti i comuni del basso corso del Serchio, non sempre hanno la disponibilità per la continuità assistenziale, e le uniche alternative sono il presidio disponibile più vicino a Livorno o lunghe attese al pronto soccorso per problematiche che molto spesso non richiederebbero l’ospedalizzazione.
Se poi si considera imminente il probabile smantellamento dell’automedica di Barga e la “reperibilità eccessiva” del medico sulle ambulanze di Borgo a Mozzano, è chiaro come la questione sanità rischi di diventare una vera e propria bomba a orologeria per migliaia di abitanti.
“Allarme guardia medica: in merito al problema in oggetto – spiega Gemignani – a seguito anche di pubblici post apparsi su Facebook in questi giorni, ma anche di contatti avuti da diversi cittadini e da verifiche personali, va evidenziato con urgenza che: la nostra zona non è sempre coperta dal servizio di guardia medica, e il più vicino presidio disponibile è Livorno, questo avviene ormai da tempo; la zona non coperta dal servizio comprende Pescaglia, Borgo, Bagni, Coreglia, Gallicano, Barga, eccetera; durante queste pericolose carenze, unica alternativa con aggravio di costi e di personale e conseguenti carenze altrove, è chiamare il 118 (oggi 112) o andare al primo pronto soccorso e aspettare ore per risolvere una questione che magari richiedeva pochi minuti; molte volte il medico che è sulle ambulanze di Borgo a Mozzano è costretto a fare trasferimenti tra ospedali togliendo ulteriori servizi; sui giornali è stato scritto poi che probabilmente verrà tolta l’automedica di Barga lasciando solo un'ambulanza a Fornaci con infermiere a bordo. Dobbiamo anche considerare la nuova numerazione telefonica, che vede passare tutti i numeri d'emergenza al 112, dove il centralinista non deve più passare le telefonate ai medici dell'ex 118”.
Il pasticcio sembra ormai fatto: le comunità più remote (e se si parla di Valle del Serchio si fa sempre tombola) vanno incontro a disagi sempre crescenti. Una vergogna e una perdita di credibilità per le istituzioni sanitarie e amministrative locali, accusate dallo stesso Gemignani di accertare troppo spesso di buon grado disposizioni che vanno ad inficiare sulla qualità della vita dei cittadini.
Forse un singolo comune non può far molto, ma le unioni dei comuni per Gemignani sono un sistema di rappresentanza molto più corposo, con cui è possibile creare un dialogo più credibile anche con le istituzioni regionali.
Gemignani, a nome di Progetto Futuro, dà la propria disponibilità per discutere sulle questioni, con un prerequisito che considera di fondamentale importanza: non affossare ogni proposta possibile solo perché messa sul tavolo dalle opposizioni.
“Per quanto detto sopra, riteniamo la questione una vera e propria vergogna, ma soprattutto un problema per la salute. Si taglia come sempre sui servizi delle comunità più disagiate, quando dovrebbe essere il contrario. Tutto questo è gravissimo, perché dimostra che anche le amministrazioni comunali locali non hanno preso sul serio una questione così importante per il territorio e per i cittadini. Sono invece proprio le amministrazioni che devono pretendere di avere guardia medica e servizio di emergenza e fare azione congiuntamente, magari anche come Unione dei comuni sulla regione, smettendo di adeguarsi a direttive nocive ai cittadini. Altrimenti non ha senso inaugurare case della salute, per altro ideate e portate avanti da precedenti amministrazioni, se poi oggi non ci mettiamo servizi e non le potenziamo. Ad oggi non servono cornici, ma quadri, non forma ma sostanza, non bei manifesti, ma promozione e il successo vero di una manifestazione. Non solo panchine, ma azioni di pronto intervento e videosorveglianza. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, se l'amministrazione intenderà coinvolgerci, lavorando insieme per il raggiungimento di questo obiettivo. Inutile chiederci di andare in comune se poi ogni richiesta rimane lettera morta solo perché viene dall'opposizione.
Noi preferiamo vivere il territorio per conoscere i veri problemi e segnalarli a chi dovrebbe occuparsene”.