Virginia Volpi, giornalista pubblicista, cresciuta alle Gazzette, è stata scelta da Guidicar per le sue spiccate doti di comunicabilità per presentare, nell'ambito dell'iniziativa Discover your city, la nuova Mercedes EQA 100 per cento elettrica. Un tassello, l'ultimo in ordine di tempo, per una ragazza di 27 anni che aspira a far parte in pianta stabile dell'universo giornalistico toscano. Nata a Lucca e cresciuta a Viareggio, Virginia Volpi è arrivata alle Gazzette chiedendo, semplicemente, di poter iniziare a collaborare. Simpatica, socievole, spigliata, autonoma e curiosa di tutto ciò che la può arricchire culturalmente, ha cominciato a scrivere di tutto come si addice, del resto, ad un giornale che non può permettersi tempi morti e attese inutili. O si beve oppure si affoga direbbero gli antichi. Con ragione.
Ottenuto il tanto agognato tesserino di giornalista pubblicista, Virginia ha voluto tentare la strada della Tv. E' stata, infatti, chiamata a collaborare stabilmente a Canale 50. Ha collaborato anche a La Nazione da Camaiore e non esita a guardarsi in giro pronta a cogliere eventuali opportunità. Dopo aver visto il video della Mercedes che regala immagini splendide della Versilia, abbiamo voluto chiamarla e farci raccontare di sé.
Così Diego Venturini, altro 'gioiellino' delle Gazzette che sta facendo lo stesso percorso, anagraficamente più giovane, le ha rivolto alcune domande.
Virginia dopo aver preso il tesserino da giornalista pubblicista con le Gazzette, ha continuato a lavorare nell'ambito giornalistico?
Assolutamente sì, anzi raggiungere questo piccolo traguardo è stata una spinta in più per continuare su questa strada.
Oltre a questo, si è cimentata con altre realtà professionali?
Ho sempre lavorato nell'ambito giornalistico e spero di continuare per molto, molto tempo. Adesso sono passata alla televisione, ad un altro modo di trasmettere la notizia e diffondere un messaggio, e devo dire che l'ambiente mi diverte molto.
Che ricordo ha delle Gazzette di Aldo Grandi?
Un ricordo indelebile, impossibile per me dimenticare il direttore e le sue mitiche Gazzette. Aldo è stata la prima persona in assoluto a credere in me e darmi la possibilità di intraprendere questa avventura lavorativa con i suoi giornali online che mi hanno portata, dopo tre anni, ad ottenere il tanto desiderato tesserino. Che dire? Le Gazzette sono una realtà a parte, una grande famiglia, dove non esiste una redazione fisica, perché la redazione sono tutti i collaboratori insieme. Non esistono gerarchie, è un giornale indipendente, chiaramente il direttore sta sopra tutti, ma ascolta sempre e comprende e, soprattutto, dà spazio alle idee dei suoi collaboratori. Cosa che non è per niente scontata in altre realtà lavorative.
Quali consigli darebbe ad un aspirante giornalista?
Non è un lavoro per tutti. Intanto, secondo me, alla base di questo mestiere ci deve essere tantissima curiosità e la voglia di comprendere tutto quello che accade intorno a te. Oltre a questo ci vuole tanta pazienza, testardaggine e una buona dose di impertinenza. Il mio consiglio? O avete tanta passione o lasciate perdere.
Progetti per il futuro?
Tanti, ma li tengo per me. Il mio obiettivo principale, al momento, è quello di vivere di giornalismo e far sì che mi renda indipendente a livello lavorativo.