Forse Roberto Vannacci non conosce il film o forse, più semplicemente, non rammenta la frase che ne ha fatto da bandiera per tutti questi anni: in un mondo così freddo c'è bisogno di amici che ti riscaldino. Era The Big Chill, in italiano Il grande freddo, pellicola cult dei primi anni Ottanta diretta da uno strepitoso Lawrence Kasdan. Ebbene, questa sera, domenica 9 giugno ultimo giorno di voto per le elezioni europee che decideranno chi dovrà andare a Bruxelles a rappresentare i singoli Paesi, nell'ampio giardino di una 'viareggina' nel cuore della ex Perla della Versilia a due passi dal Piazzone, il celeberrimo mercato rionale descritto magistralmente da Mario Tobino nel suo libro autobiografico Il figlio del farmacista, va in onda un appuntamento alquanto singolare. Non fa freddo, ma piove come aveva previsto il meteo con un'allerta gialla che, tuttavia, non fa certo paura a questo gruppo di amici che non si arrendono mai. In testa c'è lui, che è anche il padrone di casa, quel Roberto Vannacci generale di divisione la cui vita, da un anno a questa parte, è cambiata così radicalmente che siamo tutti qui a raccontarcelo se non sorpresi, certamente compiaciuti. Un appuntamento enogastronomico che era stato annunciato da tempo a pochi intimi a coloro, cioè, che sin dall'inizio ci avevano creduto e non tanto o non solo nel futuro politico di un generale bistrattato che si è preso la sua rivincita, quanto nella possibilità che le sue righe e le sue parole potessero imprimere una accelerazione negli animi sopiti di centinaia di migliaia di italiani.
Non fa freddo, è vero, ma il calore degli amici lo si percepisce eccome e non è una questione di identità ossia sentirsi diversi da quello che si è realmente, no, anzi: qui tutti sono e percepiscono di essere quel che sono e vogliono essere senza nemmeno sognarsi lontanamente di poter essere o divenire qualcosa di totalmente differente. Lo aveva detto Vannacci, ci vedremo a casa mia in pochi, ma buoni e intellettualmente onesti. E ha mantenuto la promessa. C'è Massimiliano Simoni, che per seguire Vannacci ha dato un calcio nel sedere a Fratelli d'Italia e anche ai cugini vicini e lontani di un partito che lo ha deluso come non mai. C'è anche sua moglie Barbara la cui ironia è tanta roba. Poi c'è l'amico dell'adolescenza, quel Norberto De Angelis nato a Piacenza e residente a Parma, ex campione di football americano che durante un servizio di volontariato in Tanzania ha subito un incidente domestico che lo ha inchiodato su una sedia a rotelle, ma lui non solo non ha mollato, ma ha rilanciato e tra tutti i presenti, è tra i più vivaci, simpatici, attivi. Con Vannacci si frequentavano a Marina di Ravenna dove ne combinavano di cotte e, perché no?, anche di crude. Poi, quando la famiglia Vannacci si trasferì a Parigi, lo andava a trovare in vacanza e Parigi diventava terra di scorribande post adolescenziali.
Ci sono Gianmarco Medusei, consigliere regionale della Lega, spezzino, poi Cristiano Romani, direttamente da Arezzo, anche lui uns eguace di ferro che non ha mai mancato un appuntamento e da sempre impegnato sul fronte culturale oltreché politico. Quindi il tenente colonnello Fabio Filomeni, presidente nazionale dei comitati Il mondo al contrario, l'imprenditore viareggino Alessandro Sforzi e signora. Poi c'è, squisita, la padrona di casa, Camelia, che con la sua pacatezza riesce a trasmettere una sensazione di calma della quale beneficia tutto l'ambiente.
C'è anche una cara persona, un collega tra i più preparati e professionalmente onesti, Marco Gasperetti de Il Corriere della Sera accompagnato dalla moglie, entrambi labronici di scoglio con la signora simpatizzante di Vannacci e lui cauto osservatore. Bella gente niente da dire e con gasperetti un'amicizia, la nostra con lui, che dura da quasi trent'anni.
Vannacci era stato chiaro: tutto self-service, se bastano le sedie bene altrimenti tutti per terra come ai tempi del girotondo che, ormai, non fa più nessuno. In programma, oltre ai tanti stuzzichini e agli aperitivi, una grigliata di carne da mandare in crisi di astinenza vegani e vegetariani di lungo corso, ma c'è poco da dire. Le bistecche alla fiorentina che il generale trasporta nel vassoio unitamente a salsicce, rosticciana e petti di pollo, sono cose alle quali è impossibile rinunciare. A proposito, Vannacci è assolutamente definitivo: al bando le good manners di stampo inglese e avanti come ai tempi in cui la natura dettava le condizioni di utilizzo. La carne cotta sulla brace ardente si mangia afferrandola con le mani: Nicky Vendola - da che pulpito ndr - ha detto che sono un troglodita. E allora lo sarò fino in fondo e mangiamo pure la carne con le mani. Alla sinistra non far sapere quanto è buona la ciccia presa con le mani e agganciata con i denti. Fa tanto richiamo ancestrale, chissà, però, se i paladini del Nuovo Mondo saranno d'accordo o se, invece, grideranno al rischio contagio e obbligo di mascherina.
Ci siamo sicuramente dimenticati qualcuno degli ospiti e chiediamo venia, ma non eravamo più delle dita di tre mani. Uomini e donne tutti, indistintamente, maggiorenni e in grado di saper dosare vocaboli rifilandoli senza pietà alcuna a destinatari più o meno antipatici.
Siamo tutti qui e tutti insieme vogliam vedere Roberto Vannacci show... Già, l'attesa scorre lieta, non c'è fretta, le salsicce sono da urlo e il generale racconta di come, quando era in missione al fronte, tutto quello che mangiava aveva, stranamente, o stesso sapore. Roberto Vannacci è uomo di poche seghe: lui gli insetti non ha problemi a mangiarne e, probabilmente, nelle condizioni estreme di un incursore, non è escluso che abbia provveduto in tal senso, ma è sempre ben vivo e vegeto e come ama dire nei suoi incontri, mangia ora perché non sai se più tardi potrai farlo e stesso discorso per il buon dormire. Già, dopo notti pressoché insonni a preparare la sua personale campagna elettorale, ha finalmente dormito come un leone il sonno dei giusti.
Suona il campanello. E' una giornalista che scrive per un quotidiano cartaceo del nord che non si comportato in maniera troppo corretta con il Nostro. Eppure, con una gentilezza degna di miglior sorte, Roberto Vannacci la accoglie, la fa accomodare e per una buona mezz'ora gli astanti se la devono sorbire. Menomale che è anche educata e simpatica altrimenti sai che roba...
Alla fine c'è anche spazio per uno scatto a Vannacci appoggiato al mega schermo della Tv proprio mentre l'immagine si sofferma su Aldo Cazzullo, uno dei giornalisti che hanno fatto la sua fortuna un anno fa quando, per la prima volta, scrissero del libro Il mondo al contrario. Beh, stasera avrebbe potuto esserci anche lui a casa Vannacci magari con il collega di Repubblica per difendere il quale, ultimamente, si è addirittura scomodato il Cdr del giornale criticando aspramente Roberto Vannacci colpevole, dicono, di averlo messo alla berlina. Mah...
Manca poco al verdetto finale, ma la stanchezza prevale e il saluto è d'obbligo. Non prima, però, di una considerazione politica che anche il Vittorio nazionale, Sgarbi, ha manifestato: se Vannacci si fosse candidato con Fratelli d'Italia - pensate un po' che cazzata ha fatto il ministro Crosetto quando, appena uscita la polemica, disse che quelle riportare erano solamente le farneticazioni di un generale costringendo il governo e la Meloni a non sputtanare il proprio ministro non laureato e a lasciare che il furbo Salvini si gettasse sul candidato Vannacci - ora avrebbe sfondato il 30 per cento e la Lega sarebbe alla frutta. Invece...
Comunque sia è stata una bella serata, gradevole, in compagnia di persone che condividono un minimo comune denominatore: la voglia di non cedere ai diktat delle minoranze. Azz... prima di lasciare il convivio, ecco due notizie una meglio dell'altra: la disfatta di Macron e le dimissioni del capo di governo del Belgio. Chissà come ha goduto sua maestà Putin.