Non lo sapevamo. Nessuno ce lo aveva comunicato, tantomeno l'autore della denuncia-esposto presentata all'ordine dei giornalisti della Toscana e, visto che, fortunatamente, non siamo iscritti a Firenze, da questo girato all'ordine di competenza ossia quello di Roma e del Lazio.
Massimiliano Piagentini, laureato in Scienze per la Pace all’Università di Pisa, fondatore a Lucca della prima associazione Lgbt della provincia “L’Altro volto-Lucca gay lesbica”, segretario di Rifondazione comunista Garfagnana e, successivamente, militante di Sinistra critica, ci aveva denunciato in quanto, a suo avviso, in una risposta ad un suo intervento apparso sulla Gazzetta di Lucca il 15 gennaio 2020, avremmo usato un linguaggio lesivo della cosiddetta identità di genere.
Nel suo intervento Piagentini accusava la stampa, tutta, di aver messo in piedi una galleria degli orrori in merito alla morte di un transessuale brasiliano che, ad Altopascio, si era dato fuoco dopo aver acceso il gas in cucina. Secondo Piagentini la galleria degli orrori derivava dal fatto che non avevamo usato, per il transessuale, il genere femminile al quale lo stesso, evidentemente, riteneva di appartenere, bensì il genere maschile violando, quindi, il codice deontologico ed etico della nostra professione.
Ebbene, proprio ieri è arrivata la sentenza-decisione del terzo collegio del consiglio di disciplina dell'ordine dei giornalisti laziale. Ne pubblichiamo il testo:
Il terzo collegio di disciplina dell'ordine territoriale del Lazio ha preso in esame il caso segnalato dal signor Massimiliano Piagentini riguardante un articolo del giornalista professionista Aldo Grandi (nella foto) apparso su La Gazzetta di Lucca del 15 gennaio 2020 titolato 'Morte ad Altopascio, la galleria degli orrori della stampa locale".
Il terzo collegio dopo aver sentito il consigliere relatore ed attenta disamina dei documenti allegati, non ritiene di dover procedere nei confronti del giornalista, poiché non si riscontrano elementi contrastanti le norme di deontologia e disciplina professionali.
Il collegio, pur riconoscendo la buona fede del direttore del giornale, che riporta l'intervento inviato dal Piagentini, ritiene che lo stesso avrebbe potuto usare un linguaggio più consono e meno colorito nei confronti dell'identità di genere del soggetto in questione, un transessuale brasiliano morto ad Altopascio.
Aldo Grandi, anche se in alcuni passaggi della sua risposta al Piagentini usa toni di polemica, alterna frasi di comprensione ("a noi umanamente dispiace per ciò che è accaduto ad Altopascio") mantenendo il suo punto di vista: ("l'identità si acquisisce dalla nascita, si è maschi o femmine").
Da quanto sopra, si ritiene di archiviare il presente procedimento, relativamente all'esposto, non ritenendo siano intervenute violazioni alle norme deontologiche.
Ecco, invece, l'articolo del 15 gennaio 2020 per il quale Massimiliano Piagentini aveva presentato l'esposto: