Dopo così tanti anni di carriera politica ad alto livello, sarebbe ingiusto non riconoscergli, almeno, l'onore delle armi. Eppure la sconfitta per non chiamarla batosta subìta dall'ex capogruppo al Senato per il Pd nonché, in precedenza, braccio destro in Toscana per l'amico Matteo Renzi, era stata da noi annunciata con una intervista all'ex direttore de La Nazione nonché labronico di scoglio Giuseppe Mascambruno. Per chi, come noi, è nato sul mare di quello che, un tempo, era soltanto un avamposto dei Medici affiancato alla ex repubblica marinara di Pisa, la candidatura del patron del Ciocco ci era sembrata subito una sorta di omicidio politico preterintenzionale se non, addirittura, volontario, dal momento che il segretario del Pd Enrico Letta, pisano di nascita, non poteva non conoscere i cugini amaranto e quale fosse il loro way of thinking. Così come ci era apparso un suicidio l'accettazione della proposta da parte di Andrea Marcucci, uno che, per vincere, avrebbe dovuto, quantomeno, giocare in casa propria e, forse, nemmeno sarebbe stato sufficiente.
E' andata com'è andata e quando abbiamo visto il video girato a Livorno sul palco del Pd con tanto di Enrico Letta, Andrea Marcucci e Laura Boldrini, beh, abbiamo compreso che ogni speranza sarebbe andata a farsi benedire. Sì, perché se c'è una cosa che in Labronia non sopportano, è proprio i radical chic del partito che fu di Enrico Berlinguer, tanto più che in quel di Livorno, nel lontanissimo 1921, vide la luce quel partito comunista italiano che fu di Gramsci, Terracini e Togliatti. Altri volti, altri tempi.
Noi che, con Andrea Marcucci, abbiamo avuto più scontri che sconti, che abbiamo ricevuto, dal suo avvocato, la richiesta perentoria di 180 mila euro di cui una parte immediatamente esigibile vista la causa che ci era stata intentata, di natura civile; noi che siamo stati costretti a rimuovere dai nostri giornali oltre 50 articoli che danneggiavano, a insindacabile giudizio del pool di avvocati che seguiva il senatore, la sua immagine; ebbene, noi, adesso potremmo esultare e annunciare, questa volta sì, con certezza, la fine di un'epoca.
Eppure non riusciamo a godere fino in fondo di questa sconfitta elettorale. E' innegabile che Andrea Marcucci, come tutta la sua famiglia, ha fatto più di qualcosa per la Garfagnana e se anche non siamo d'accordo su molte cose, il ruolo innegabilmente propulsivo esercitato dalla sua famiglia ha avuto dei risvolti positivi per molta gente abitante sul territorio. Ciònonostante all things must pass e anche per l'ex pupillo dell'ex boy-scout al secolo Matteo Renzi anche lui relegato in fondo alla sala, è arrivato il momento dei saluti.
Al suo posto, non abbiamo mai avuto dubbi, non ci saremmo presentati: sia per il vento che tirava, decisamente contrario sia perché quando il segretario del tuo partito ti manda a morte certa, l'unico modo per sopravvivere è ritirarsi e attendere tempi migliori. E' anche una questione di dignità politica, ma, evidentemente, Andrea Marcucci l'ha pensata diversamente o qualcuno lo ha convinto a credere che anything is possible.
Quello di oggi è stato un altro durissimo colpo inferto dall'elettorato all'ottimismo proverbiale di Andrea Marcucci: dopo la perdita della sua amata Lucca quando, dicono, aveva portato con sé nella sede elettorale del partito una bottiglia per festeggiare. Adesso è arrivata anche questa tremenda sentenza che sta a significare come il suo tempo sia, ormai, alle spalle. Che cosa farà, quindi, adesso, il più giovane della famiglia Marcucci? Avendo vissuto da protagonista sulla scena politica degli ultimi anni, dubitiamo che accetti un ruolo da comparsa. E questo potrebbe voler dire una sorta di ritiro dalle scene con tutto quel che ne consegue. Perdere non è un dramma, ma per chi è abituato a vincere rappresenta qualcosa di analogo.
Da ora in avanti che cosa faranno i tanti orfanelli di Andrea Marcucci che pullulano non soltanto in Media Valle e Garfagnana, ma anche altrove? Qualche mese fa apparve anche la notizia di una possibile candidatura a sindaco per il Pd di Marialina Marcucci in quel di Viareggio qualora il sindaco Del Ghingaro fosse sceso a Lucca. Sappiamo tutti come è andata a finire, ma siamo certi che la sorella più grande di Andrea potrebbe cercare un riscatto politico nella città che ha sempre frequentato e amato. E sempre nelle file del Pd. Con quale esito è difficile dirlo, ma noi, a dirla tutta, eviteremmo di sfidare nuovamente la sorte.
Sarebbe facile, adesso, sparare sulla croce rossa, ora che la sonora sconfitta mai messa, del resto, in discussione durante lo spoglio delle schede, è avvenuta. Preferiamo concedere all'avversario l'onore - non l'onere - delle armi consapevoli che, se ci avesse fatto quella telefonata di cui parlavamo prima, così come ci aveva fatto quella in cui ci disse che avrebbe avuto piacere a inviarci una copia del suo libro, ora non starebbe come sta e avrebbe conservato un ruolo e una credibilità politica da 'vecchio saggio'. Così non è stato, ma, in fondo, è meglio così. Andrea Marcucci, secondo noi, con la Sinistra e l'ex partito comunista c'è sempre c'entrato come i cavoli a merenda ossia niente. E il niente, alla fine, emerge inevitabilmente.