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Scritto da Redazione
L'evento
22 Ottobre 2021

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Ebbene sì, il notissimo (e bravissimo) direttore del tg La 7, Enrico Mentana, è stato sospeso dall’Ordine dei giornalisti. Lo potete verificare voi stessi andando sul sito dell’Ordine del Lazio, e digitando, alla voce “Albo”, il suo nome. Vi apparirà l’inesorabile schermata: “sospeso dal 27/09/2021”.

Ma che ha fatto di tanto grave l’Enrico nazionale? Molto banalmente non ha la pec.

La pec è obbligatoria per tutti gli iscritti agli ordini professionali dal 2008, ma solo con una legge entrata in vigore il 15 settembre 2020 sono state introdotte sanzioni per chi non ha la posta elettronica certificata. Prima però l’Ordine di appartenenza deve inviare al diretto interessato una diffida ad adempiere all’obbligo pec entro 30 giorni, e, se costui non si attiva, scatta la sospensione.

Pare che l’Ordine dei giornalisti del Lazio abbia mandato questa diffida il 30 luglio, così si legge sul suo sito, finché il 27 settembre ha deciso di sospendere gli inadempienti.

E, fra i sospesi, non c’è solo Mentana. Ci sono centinaia di nomi illustri, come il direttore del Tg5 Clemente Mimun. Ci sono Michele Cucuzza, Magdi Allam, Giorgio Forattini, Tito Stagno, Vincenzo Mollica, Giancarlo Santalmassi, Giancarlo Leone (figlio dell’ex presidente). E tantissimi altri giornalisti con ruoli di spicco in ogni testata.

Le sospensioni sono scattate non solo nel Lazio, ma in tutta Italia. I vari Ordini regionali erano obbligati ad attuare la misura punitiva entro un anno dall’entrata in vigore della legge sanzionatoria, altrimenti rischiavano di essere sciolti e commissariati.

La sospensione è una misura molto grave, anche se qui parliamo di una sospensione di carattere amministrativo e non per violazione di una qualche regola deontologica. Di fatto il giornalista sospeso non può più lavorare, non può firmare un articolo né dirigere un giornale. L’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, non può più incassare i suoi contributi e deve restituirli all’azienda per cui il sospeso lavora.

Insomma, un pasticcio totale. Tutti i giornalisti sospesi, in questo momento, stanno esercitando la professione abusivamente perché non più iscritti al loro albo. Questo dice la legge e l’Ordine ha eseguito, sperando vivamente che almeno abbia comunicato ai diretti interessati la sospensione tramite la vecchia raccomandata con ricevuta di ritorno.

Naturalmente tutto questo viene chiamato “misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale”. Così infatti si intitola il decreto legge poi convertito in legge a settembre 2020.

Chi non si adegua alla digitalizzazione (chiamala, se vuoi, “semplificazione”) è fuori.

Caro Enrico Mentana, ci dispiace molto, noi continueremo a seguirti in ogni caso: da sospeso o “ravveduto”.

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