L’ottava edizione del Festival di economia e spiritualità si è impegnato ad esplorare il tema del Capitale Spirituale, con conferenze, incontri, seminari esperienziali, dialoghi e spettacoli diffusi sul territorio della Toscana. Abbiamo incontrato Francesco Poggi ideatore di questo festival partito come iniziativa provinciale e divenuto festival regionale che si svolge in maniera itinerante in varie e importanti città toscane. Un calendario ricco di argomenti e di eccellenti relatori.
Cosa vuol dire festival dell'economia e della spititualità?
Risponde un po' irritato visto che, dice, sono otto anni che gli facciamo la stessa domanda e per l’ennesima volta risponde che fin da quando esiste la società la cosa più importante sia a livello individuale, familiare e di comunità è come vivere , come mantenersi, dare servizi quindi possiamo affermare che l’economia è un fattore predominante della nostra vita. L’altro è il senso che diamo alla nostra esistenza cioè la spiritualità che non significa solo credere in un dio, anche chi è ateo ha la sua spiritualità fino ad oggi questi due fattori hanno camminato separati. Bisogna avere la forza di fare una rivoluzione copernicana partire dall’uomo e non dal denaro. Fino ad oggi si è pensato al guadagno fine a se stesso ma questo è un fallimento.
Quindi il capitalismo a fallito?
Certamente il guadagno per il guadagno porta alla divisione dell’umanità con pochi ricchi e milioni di poveri. Bisogna spostare l’obbiettivo e investire i guadagni per migliorare la vita dell’umanità.
Secondo lei attraverso questi incontri si cambia qualcosa?
No sicuramente, non cambia nulla. Noi non diamo soluzioni, ma certamente solleviamo le problematiche che affliggono il mondo attuale, dall’immigrazioni dall’Africa verso l’Europa, i problemi del pianeta, dalla convivenza all’uso eccessivo della tecnologia. i dibattiti danno idee da cui potremmo attingere per cambiare .
Con questo festival possiamo affermare che lei ha anticipato i tempi?
Non sono così presuntuoso, anni fa quando iniziavamo ad affrontare queste questioni in molti ci ridevano dietro, oggi è un po’ diverso c’è più partecipazione ai dibattiti e in molti la domanda se c’è qualcosa di sbagliato da cambiare se la fanno e ce la fanno. Ad esempio un argomento che sta coinvolgendo tutti è l’uso sfrenato ed eccessivo della tecnologia. La teconologia è una bella cosa, ma usata all’eccesso come ora porta solo alla solitudine quindi all’isolamento; pensiamo agli anziani che oggi sono considerati un peso e persone non produttive. Non produttive, che brutta parola, tutti gli uomini a tutte le età producono, pensiero, storia, esperienza e se non facciamo 10 passi indietro ci saranno i robot e non più le persone.
Non le sembra che ci siano due blocchi di pensiero?, ossia il capitalismo e gli altri, ma chi vince?
Il denaro vince su tutto fino a qui ed è diventato un valore e il fine della vita; questo è sbagliato perché il denaro é un mezzo non il fine. L’economia deve servire l’intera comunità, non solo il singolo individuo, investire il denaro per far star meglio tutti e non il consumo sfrenato e superfluo.
Dopo otto anni di economia e spiritualità qual è il bilancio?
Possiamo dire di aver sensibilizzato l’opinione pubblica sull’argomento; abbiamo avuto in questi anni tanti personaggi illustri di respiro internazionale, pubblicazione di libri sull’argomento, ma non è cambiato nulla. Sicuramente ci vorranno decenni e una rivoluzione del pensiero su questi argomenti.
Un mondo nuovo, ecologia, solidarietà ecc secondo lei non sono un nuovo modo di fare soldi?
Certamente, pensi alle banche che fino ad oggi non affrontavano nessuno di questi argomenti e nel prossimo futuro daranno finanziamenti alle aziende che rispettano l’ambiente. Oggi fa "in" essere sostenibili, se la causa, però, è giusta a noi non importa se si arricchiscono .