Sono un'ottantina di parrucchieri e hanno formato il gruppo Facciamoci sentire artigiani del capello: sono quelli che stanno pagando sulla propria pelle gli effetti di decisioni allucinanti da parte di un Governo di burocrati. Hanno scritto una lettera aperta a firma del portavoce Paolo Frizza destinata ai loro concittadini della nostra provincia - Piana di Lucca, Valle del Serchio e Versilia - Per loro, davvero, si tratta di questione di vita o di morte:
Siamo un gruppo di circa 80 Parrucchieri di Lucca e Provincia, nato spontaneamente per scambiarci informazioni e consigli, con il Gruppo FACCIAMOCI SENTIRE ARTIGIANI DEL CAPELLO.
Siamo Artigiani, il vero “Made in Italy” che sopravvive nonostante tutto e vogliamo continuare a vivere del nostro lavoro che è la nostra dignità.
Da semplici cittadini e come titolari di Piccole e Medie Imprese, sempre presenti sul nostro territorio, stiamo soffrendo enormemente per gli effetti del Coronavirus sull’economia.
Subiamo da tempo gli effetti della Recessione economica, abbiamo troppi adempimenti burocratici come se fossimo grandi imprese, concorrenza sleale di chi non è in regola... e ora 2 mesi senza incassi… i pensieri sono tanti… credeteci.
Ma in quest’ultima settimana quello che ci ha fatto ancora di più soffrire è stata l’altalena di incertezza che le nostre Autorità tutte hanno messo in campo, parlando della Riapertura è stato un caos di date, 18 21 25 maggio e linee guida incerte e confuse.
Non siamo contro le regole, ma le regole ci devono venire incontro.
Ci sentiamo abbandonati, avviliti, scoraggiati!
In questa Fase 2 chiediamo che la Regione Toscana ci affianchi nella Prevenzione del Covid 19 attraverso una forte campagna di Test sierologici e Tamponi a campione sulla popolazione, perché è insufficiente avere misure anticontagio solo sui luoghi di lavoro se la cittadinanza non viene mappata nella diffusione del virus.
Chiediamo inoltre una normativa fiscale che sia di appoggio e sostegno alle Piccole e Medie Imprese, con meno tasse, meno adempimenti burocratici, meno debiti, più contributi a fondo perduto, più risorse e investimenti locali e regole più semplici.
Solo così avremo artigiani felici, cittadini felici, comunità locali felici.