Siamo quasi ad un mese e mezzo di isolamento forzato e ci siamo, provocatoriamente, chiesti quali effetti sta causando questa quarantena. Effetti sulla gente, ovviamente, che sempre più affida i propri sfoghi ad internet ed ai social, la grande piazza virtuale divenuto (almeno adesso) l’unico modo di incontro e comunicazione tra la gente. Si commentano notizie, articoli, foto: chi lo fa con ironia, chi con rabbia o frustrazione, chi seriamente. Sensazioni e sentimenti che spesso sono divisi da un sottile confine, in equilibrio tra finzione e realtà.
E’ la politica del “fake”, notizie verosimili che diventano realtà solo perché qualcuno le ha diffuse e “se c’è scritto sulla rete, un fondamento di verità deve essere!”. Così abbiamo tentato un esperimento sociologico per capire quanto la gente “abbocca” e quale percezione della realtà queste ultime settimana di quarantena abbiano prodotto.
Abbiamo fatto un semplice gioco, di quelli che vanno pareggio di moda negli ultimi giorni: vengono postate foto di luoghi con assembramenti di persone, scattate naturalmente nei mesi passati, accompagnati da didascalie fuorvianti. Stanno impazzando sul web, in particolare due foto: quella del fantomatico “lungomare” di Siena, affollato di gente, e quella dell’altrettanto fantomatico “ponte sullo stretto di Messina” pieno di podisti, che invece rappresentava il Ponte di Verrazzano durante la maratona di New York.
Noi siamo rimasti più sul locale, pubblicando una foto qualunque, ripresa chissà dove e quando, delle Mura di Lucca, piene di gente a passeggio; l’abbiamo spacciata per odierna e … apriti cielo! Naturalmente la maggior parte degli utenti è stata al gioco, accattando ironicamente i tanti podisti sempre più protagonisti di casi di “disobbedienza”, senza fare a meno di correre neanche in quarantena. Tanti i commenti di coloro che, invece, non hanno appreso la falsità della foto e hanno indagato sui particolari, avanzandone dubbi, per esempio il colore delle foglie non di stagione o l’abbigliamento troppo estivo della gente, oppure la completa assenza di mascherine. Qualcuno ha presentato la prova maestra: “Impossibile! Le mura sono chiuse!”. Come se ci fosse stato bisogno di queste puntualizzazioni! C’è stato poi chi ci ha rimproverato, anche bonariamente, sulla pubblicazione del “fake” ; c’è poi perfino chi si è arrabbiato per la provocazione, che era evidentemente falsa.