Decine di volontari dell’associazione Apuane Libere, hanno esposto striscioni di protesta durante la prima tappa Firenze-Rimini de “La Grande Boucle”: la più famosa corsa a tappe di ciclismo su strada professionistico al mondo, che quest’anno ha visto per la prima volta la partenza dalla Toscana.
Un enorme telo rosso di 180 metri quadri con su scritto “Liberiamo le Alpi Apuane” ed uno giallo più piccolo con le traduzioni in francese ed inglese del motto “Aiuta le Alpi Apuane”, sono stati esposti nei pressi del traguardo volante del Gran premio della montagna al Valico Tre Faggi al confine tra Toscana ed Emilia-Romagna.
“Sono ancora troppe – affermano da Apuane Libere - le persone che nel mondo ignorano questo vero e proprio ecocidio che sta polverizzando un’intera catena montuosa sorta dal mare milioni e milioni di anni fa, ricchissima di esclusività floristiche, faunistiche ed interclusa dentro in un Geoparco Mondiale Unesco, solo per biechi interessi privatistici legati all’estrazione del marmo.
Con questo gesto dimostrativo abbiamo voluto informare gli sportivi di tutto il mondo, che con il marmo delle Alpi Apuane, conosciuto a livello mondiale grazie ai capolavori scultorei di Michelangelo, Canova e Bernini, oggi si producono soltanto colle cementizie, sbiancanti per dentifrici e gabinetti per le regge degli sceicchi arabi ed è per questo che puntiamo il dito contro le scellerate politiche ambientali, da decenni portate avanti di chi è al governo della Regione Toscana.
Grazie infatti a questa miopia ecologica portata avanti negli ultimi decenni su questa catena montuosa, molti siti estrattivi ormai rinaturalizzati e chiusi da decenni sono stati avidamente riaperti, portando ulteriori profitti milionari alla devastante industria mineraria a discapito della salute delle persone e dell’ambiente, il cui apice è rappresentato dall’inquinamento del sistema idropotabile più capiente di tutta la Regione Toscana.
“Se esiste un olocausto biologico in Italia –spiega il presidente Gianluca Briccolani – quello è imperante in Toscana sulle Alpi Apuane, dove i nostri attivisti non riparano a produrre denunce ambientali per cementificazioni e inquinamento degli alvei di fossi, torrenti e fiumi, specie animali e floreali endemiche completamente spazzate via dalla furia dei caterpillar, disboscamento selvaggio di Siti Natura 2000, la presenza di vere e proprie discariche a cielo aperto di gomma, plastica, materiali ferrosi e addirittura eternit, danni al patrimonio erariale per evasioni di milioni di euro, non rispetto della sicurezza sul lavoro (con conseguenti morti e feriti) ed infiltrazioni della criminalità organizzata. Abbiamo lanciato il nostro grido di dolore proprio dalle colline sopra la culla del rinascimento, quella bellissima Firenze che tantissimo ha avuto dal prezioso ventre delle Alpi Apuane, per dire basta a questo turpe scempio: noi ambientalisti fiorentini e toscani non resteremo con le mani in mano di fronte a questo dramma ecologico ed ecosistemico.
Esigiamo dalla Regione Toscana – continua il presidente – l’istituzione di un Parco Nazionale dove finalmente le specie animali e vegetali, le peculiarità geologiche, paesaggistiche e microclimatiche, il patrimonio storico archeologico e gli elementi naturali quali acqua ed aria, siano realmente salvaguardati: a maggior ragione dopo l’approvazione del nuovissimo regolamento europeo Nature Restoration Law, che obbliga gli stati membri al ripristino di tutti gli habitat compromessi: ad iniziare da quell’ormai dimezzato reticolo idrografico che ha portato alla diminuzione, distruzione ed inquinamento, dell’elemento vitale acqua, che sulle Alpi Apuane rappresenta il bene primario per tutta la popolazione.
Siamo certi – conclude Briccolani - che uno sport nobile e pulito come il ciclismo, non resterà indifferente davanti a questo disastro ambientale di portata planetaria e ci aiuterà a portare la nostra lotta per la giustizia ambientale anche fuori dai confini nazionali.“