Vince Tempera è una sorta di leggenda nell'ambiente musicale. Nella sua lunga carriera, ha lavorato con tutti - o quasi - i più grandi artisti italiani: da Lucio Battisti a Mina, da Marcella Bella a Giuni Russo, fino a Loredana Berté. Un curriculum sterminato, difficile anche da riassumere.
Il suo nome, però, è legato anche a numerose sigle televisive di successo alle quali ha partecipato sia come autore che come musicista. In particolare si ricorda "Ufo Robot", "Goldrake", "Ape Maia", "Capitan Harlock", "Anna dai capelli rossi". Cartoni animati degli anni '70 e '80 che, non solo hanno segnato una generazione, ma che, miracolosamente, sono sopravvissuti nel tempo assumendo - essi stessi - un'aura 'leggendaria'.
Ieri sera, però, il maestro Tempera era ospite del festival "Mont'Alfonso sotto le stelle", nella bellissima Fortezza di Verrucole a San Romano in Garfagnana, in un'altra veste: quella di 'musico' di Francesco Guccini assieme Juan Carlos “Flaco” Biondini, Ellade Bandini, Roberto Manuzzi e Giacomo Marzi.
Musico, non musicista perché i 'musici', oltre che suonatori e cantori, erano anche cultori di musica. Ecco, averlo potuto intervistare prima della sua esibizione è stato come aprire il quaderno di appunti in classe mentre il maestro spiega.
Maestro, ci parli del vostro progetto legato a Guccini
"Portiamo avanti canzoni che Francesco non può più cantare per motivi d'età. Noi siamo il suo gruppo, quindi conosciamo perfettamente il perché le sue canzoni furono scritte e cantate e come lui le arrangiava, prima e dopo".
Che ne pensa della Fortezza di Verrucole?
"Una cornice molto bella. Venendo quassù, mi è tornata in mente la canzone 'Ophelia' di Francesco, interpretata anche dai Nomadi. Un brano molto adatto a questo castello. Anche "Bisanzio". Quei brani semi-medievali del suo repertorio che si sposano alla perfezione con questa location".
Ha parlato di canzoni che sono rimaste nel tempo...
"La musica vive di emozioni. È ovvio, quindi, che le canzoni che si ascoltava da ragazzini, dopo venti o trent'anni, abbiano ancora un potere evocativo".
Perché, secondo lei, la musica di Guccini è rimasta?
"Perché gli argomenti che ha trattato, purtroppo, sono rimasti gli stessi. Penso ad "Auschwitz", a "Il vecchio e il bambino". Anche "Primavera di Praga" è un brano sempre attuale".
Durante il concerto c'è anche un momento narrativo?
"Sì, a Flaco (Juan Carlos Biondini, ndr) piace fare un po' di story-telling sulla band e sulle canzoni durante gli spettacoli".
Certo che, oggi, una carriera come quella di Guccini sembra quasi irreplicabile...
"Irreplicabile perché, prima di tutto, sono cambiati i tempi. Sono passati 50 anni. Se pensiamo ai primi 50 anni del '900 abbiamo avuto due guerre mondiali, generi musicali che sono stati cancellati completamente. In seguito abbiamo avuto una pace lunga 70 anni. Poi, secondo punto, una volta c'era solo un canale in televisione, quindi il messaggio che si lanciava aveva una eco più grande sul pubblico. Oggi pochissimi riescono ad avere quell'impatto".
C'è qualche giovane cantautore italiano che guarda con interesse?
"Qui in zona, c'è Francesco Gabbani che è un amico".
Guccini, De André, De Gregori, Paolo Conte. Sembra finita un'era...
"Ha parlato di Paolo Conte. Vede, lui - come Guccini - faceva meno televisione e più concerti. Il pubblico era costretto ad andare a vederlo. Si esponevano meno sul piccolo schermo, e questo rendeva più magico il loro influsso sugli ascoltatori".
Pensa che, prima o poi, la musica tornerà ad essere meno immagine e più sostanza?
"Per adesso non ci sono segnali. La musica è, sostanzialmente, immagine. L'artista è un manichino vestito dalle case di moda. Magari i personaggi di oggi sono molto forti visivamente, ma mancano le canzoni".
"Io, musico di Guccini. Oggi una carriera come quella di Francesco sarebbe irreplicabile"
Scritto da andrea cosimini
Garfagnana
31 Luglio 2024
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