Querelateci o presentate un altro esposto, l'ennesimo, contro di noi all'ordine dei giornalisti. La classifica piange da tempo e un altro conflitto disarmato contro chi cerca di strumentalizzare la Storia di questo sfasciato Stivale per fini elettorali può essere, per noi, solo motivo di orgoglio e di vanto. A Bagni di Lucca la candidata a sindaco Annamaria Frigo viene avvicinata e le viene consegnato un documento da sottoscrivere a dimostrazione del suo antifascismo e del suo spirito democratico, antirazzista e chi più ne ha più ne metta. Il documento dell'Anpi, associazione nazionale partigiani d'Italia, da sempre creatura vicina al partito comunista italiano e che riceve sostanziosi e sostanziali fondi dallo stato non si capisce bene perché visto che la guerra è finita quasi un secolo fa e del fascismo, pare, ci siano tracce solamente negli ex manicomi criminali o giù di lì che, tra l'altro, non esistono neanche più. Leggiamo alcuni passi del foglio definito, nella premessa, proposta di dichiarazione antifascista sottoposta ai candidati sindaci e ai candidati consiglieri comunali alle elezioni di Bagni di Lucca. Secondo l'Anpi queste elezioni avverrebbero in un momento in cui è in atto nel nostro paese un tentativo di negazionismo, di revisionismo e di riabilitazione del fascismo e del nazismo da un lato e, dall'altro, un attacco ai valori dell'antifascismo, della Resistenza e della Costituzione.
Chi scrive ha letto decine di migliaia di pagine di libri scritti durante e dopo l'avvento del fascismo, prima e dopo la sua fine e la tragedia che esso significò per l'Italia. Ha scritto numerosi libri non per le casette editrici pizze e fichi finanziate da chissà quali enti pubblici o partitici, ma per editori nazionali il cui unico fine, giustamente, è quello di vendere ciò che merita di essere comprato. Continua, inoltre, a leggere, leggere e ancora leggere verbo che potrebbe essere tranquillamente sostituito con la parola studiare. E, ad essere brutalmente sinceri, non gli sembra che ci siano, in particolare tra i mesi di aprile e quello di giugno 2022, quando si voterà alle elezioni comunali, assembramenti o sfilate o manifestazioni avente carattere fascista o nazista come sostengono i militanti dell'Anpi che, lo diciamo apertamente, sfidiamo a singolar tenzone a chi più sa di fascismo ed antifascismo. Dire che stiamo assistendo a episodi di rigurgito fascista e nazista è dire una bestemmia se non si dimostra la frequenza così alta degli eventi medesimi con tanto di nomi, cognomi, località.
Ma non è tutto. Se, poi, diamo lettura degli impegni che i firmatari dovrebbero assumersi, allora siamo veramente alla... frutta. L'ultimo punto vale per tutti gli altri: essi dovrebbero adottare, in occasione del 25 aprile festa della Liberazione, durante la cerimonia commemorativa, l'abitudine di far suonare, dopo l'inno di Mameli, anche la canzone Bella Ciao che, sanno bene coloro che non si sono venduti il cervello all'ammasso, con l'antifascismo storico e della guerra civile all'indomani dell'8 settembre 1943, non ha alcunché a che fare. Il canto, infatti e come riconosciuto dalla stessa Anpi, non risulta essere stata presente prima della fine degli anni Quaranta e, praticamente, sconosciuta ai veri partigiani nel corso della lotta di liberazione.
Ma al di là di queste considerazioni, ciò che ci pare realmente assurdo, è che si voglia assegnare patenti di democraticità e antifascismo senza nemmeno conoscere un po' della nostra storia e, in particolare, senza voler fare qualcosa per apprendere che cosa siano, realmente, stati quegli anni, quelli, appunto, del Ventennio.
Ripetiamo l'invito a chiunque, dell'Anpi, di Bagni di Lucca o di qualsivoglia sezione o comitato direttivo - ma davvero anche la sezione di Bagni di Lucca ha un comitato direttivo? Ma, allora, quanti comitati direttivi dell'Anpi ci sono in Italia e quanta gente ha fatto la Resistenza ed è ancora in vita per poterci raccontare qualcosa?
La nostra sensazione è che l'Anpi abbia sì contribuito a far conoscere l'Italia della Resistenza, ma abbia fatto molto se non di più per spiegare a chi è venuto dopo non tanto se gli italiani erano stati o meno fascisti, quanto perché così tanti avevano potuto esserlo. Non ci vengano a raccontare che un pugno di violenti costrinse un intero Paese a vestorsin in camicia nera ed evitiamo di ricostruire la storia in base alle esigenze politiche, culturali, sociali, di genere emerse negli ultimi tempi. La Storia, per chi la sa fare e ricostruire, è Storia e non ha bisogno di strumentalizzazioni ad ogni piè sospinto. Quindie per concludere, al posto di Annamaria Frigo e di ogni altro candidato noi rifiuteremmo di firmare un documento simile.