Può la propria storia coincidere con la storia del cinema? Sì, se ti chiami Ennio Morricone. La sua biografia si potrebbe riassumere con un’unica grande composizione: la colonna sonora delle nostre esistenze.
Omaggiare il maestro significa, prima di tutto, fare i conti con i propri ricordi. Qualcuno dolce, qualcuno amaro. Qualcuno nascosto appositamente sotto il tappeto dell’oblio, tra la polvere delle coscienze. Un amore, un dolore, un pentimento. Un’impresa. L’ancestrale melodia di fondo della vita dell’uomo.
Davvero, con i grandi artisti, le parole per descriverli non escono. Anche perché scrivere è un conto, vivere è un altro. E vivere di emozioni è ciò che la grande arte ci insegna. Morricone, questo, lo sapeva. Non si spiega altrimenti come abbia fatto a cucire l’abito sonoro perfetto alle immagini in movimento.
Castelnuovo di Garfagnana, 19 agosto. Cielo stellato sopra la Fortezza. Anche l’universo sembra accordarsi alla magia del momento. Il festival “Mont’Alfonso sotto le stelle 2023” lancia l’ultimo acuto prima del gran finale. “Omaggio a Morricone” recita il programma. In sala, 600 persone all’aperto. Nell’aria si percepisce che questa non sarà una serata come le altre. Il pubblico si aspetta gli effetti speciali, stavolta.
Ed ecco che arriva il maestro Andrea Albertini al pianoforte. Sarà lui a dirigere stasera l’Ensemble “Le Muse” e a narrare alla platea la straordinaria vita del più grande compositore di colonne sonore per il cinema di tutti i tempi. Un ensemble tutto al femminile. Quasi delle ninfee dello strumento.
L’inizio è strumentale, pieno di pathos: la musica che risuona sul palco è quella del film “The Eightful Eight” di Quentin Tarantino. 2016. Si parte dalla fine, come nei grandi gialli. Ennio Morricone vince l’Oscar per la colonna sonora. Un premio che gli doveva essere consegnato 30 anni prima per quell’assoluto capolavoro che è “The Mission” di Roland Joffé. 1986.
Poi arriva lei, come una dea dal manto verde: Angelica Depaoli, voce solista. Canta “Israël” – da “The Secret of Sahara” – e la folla ascolta in religioso silenzio. Come ammaliata dal canto di una sirena. Una preghiera. Spetta a lei farsi portavoce delle “fantasie di seduzione” dell’artista romano: “Atamé!”, “La Califfa”, “Metti, una sera a cena”. Un medley esotico di passione, al ritmo di bossanova e musica latina.
Lo show va avanti. Nell’aria risuonano le solenni note di “Here’s To You” – da “Sacco e Vanzetti” -, “Nuovo cinema paradiso”… La gente di Mont’Alfonso batte le mani a tempo. Il maestro Albertini ci scherza su, con affetto. Non poteva infine mancare il tributo al sodalizio – forse – più significativo della storia del cinema: quello con il regista Sergio Leone. “C’era una volta il West”, “Il Buono il Brutto e il Cattivo”: il western all’italiana (passato alla storia come spaghetti-western, sic!).
Ad elevare ancora di più lo spettacolo, l'ingresso in scena della soprano Susanna Rigacci, voce di Ennio Morricone nel mondo, fiore all'occhiello di questo evento insignito - pensate un po' - dell'alto patronato del presidente della repubblica.
Mentre la musica suona, sullo schermo passano in rassegna le scene dei film. In un attimo, la Fortezza si tramuta in un maxi-cinema all’aperto. Come una sorta di drive-in. E allora la bobina dei ricordi si riavvolge a quando il cinema parlava davvero al cuore di tutti. Che tempi, quelli…
Omaggio a Morricone in Fortezza: musica e cinema si fondono in un Ensemble
Scritto da andrea cosimini
Castelnuovo
19 Agosto 2023
Visite: 887
- Galleria: