Anche FP CGIL di Lucca e coordinamento FP CGIL Azienda Toscana Nord Ovest fanno sentire la propria voce in merito alla carenza di cardiologi all'ospedale "Santa Croce" di Castelnuovo di Garfagnana.
"Negli ultimi anni - esordiscono - abbiamo subito tagli sul personale, mancanza di assunzioni, assenza di una adeguata programmazione sanitaria che ha determinato una riduzione sensibile della quantità della risposta assistenziale pubblica. Oggi che l’azienda asserisce di avere assunto centinaia di professionisti ed ha aumentato il numero dei dipendenti rispetto alla dotazione organica pre-Covid, ci troviamo purtroppo, per quanto riguarda il servizio di cardiologia, alla presenza di una elevata criticità".
"Nel presidio ospedaliero di Castelnuovo Garfagnana - spiegano - si colloca l’emergenza sanitaria dovuta alla carenza di personale venutasi a creare. Attualmente nel presidio, all’interno del reparto di cardiologia, sono impiegati solamente tre cardiologi a fronte degli otto previsti. La riduzione del personale, che è passato dalle otto unità presenti ad agosto alle tre attuali, è avvenuto in modo graduale senza che l’azienda mettesse in campo misure efficaci al fine di ripristinarne la precedente composizione".
"La mancanza di una programmazione sanitaria - affermano - ha causato la grave situazione attualmente in essere. In una fase di forte criticità si assiste ad una risposta aziendale confusa ed improduttiva. Si è provveduto, tramite emissione di ordini di servizio, a distogliere personale dai reparti di cardiologia di tutti i pre-idi ospedalieri dell’ATNO (Lucca, Massa, Pontedera, Livorno), anch’essi peraltro in carenza di personale e con compiti assistenziali anche nei reparti Covid, e ad inviarlo ad espletare turni di servizio presso il presidio di Castelnuovo".
"A questo proposito - incalzano - vogliamo ribadire che lo strumento dell’ordine di servizio non può, per sua natura, essere strumento di programmazione di attività assistenziale che non sia realmente emergenziale e non mera conseguenza di una assenza di programmazione sanitaria. La decisione intrapresa dall’azienda, per noi erronea, produrrà necessariamente, da un lato, una sensibile riduzione delle prestazioni sanitarie nei presidi dai quali i cardiologi verranno distolti (ripetiamo già in crisi per carenza di personale e aggravata dall’attuale crisi pandemica che ha coinvolto tutto il personale sanitario chiamato ad apportare il proprio contributo) e dall’altro, essendo l’organizzazione assistenziale organizzata, per volontà dell’azienda, in guardie (non inserite in un contesto di continuità assistenziale e percorsi assistenziali specifici), potrà produrre solo risposte emergenziali".
"Tutto ciò - sottolineano - orienterà sempre di più il cittadino verso scelte di tipo privatistico, nelle quali cercare risposte alla propria domanda di salute. La logica con la quale, da parte dell’azienda, si è scelto di rispondere ad una condizione già nota da tempo, costringe i medici a tempi di percorrenza superiori alle tre ore (andata e ritorno) per raggiungere il posto di guardia assegnato, impone guardie multidisciplinari (internistiche ,chirurgiche oltre che cardiologiche) senza preoccuparsi sia delle conseguenze clinico assistenziali che potrebbero ricadere sul paziente e di quelle medico legali cui i medici verranno esposti a seguito di tale decisione, trovandosi ad operare in un contesto non conosciuto e senza adeguato inserimento".
"Chiediamo quindi - concludono -: l’immediata assunzione a tempo indeterminato del personale medico volto a coprire le carenze di organico e la messa in atto di una programmazione sanitaria adeguata in grado di rispondere in termini qualitativi ai bisogni di salute dei territori".