Un lungo e faticoso cammino che ha portato Riccardo, un uomo del comune di Borgo a Mozzano, dai primi sintomi della malattia al ricovero, ad una escalation tra i reparti ospedalieri fino alla guarigione ed al ritorno a casa. L’incubo è iniziato lo scorso 16 marzo, in piena emergenza coronavirus: Riccardo viene ricoverato all’ospedale di Lucca nel reparto di malattie infettive. Purtroppo lo stato di salute dell’uomo non migliora e viene trasferito nel reparto di terapia intensiva, sedato e intubato.
Di quei giorni ovviamente non ricorda niente: “Sono rimasto in quel reparto per quasi un mese e mezzo – racconta – seguito costantemente dal personale sanitario. Medici ed infermieri che hanno lavorato in condizioni critiche, indossando divise scomode ed ingombranti, con turni di lavoro massacranti durante i quali non potevano nemmeno andare in bagno per ragioni di sicurezza. Credo che il rapporto operatore – paziente fosse quasi di uno a uno, da quanta era alta l’attenzione nei nostri confronti”.
Riccardo, fortunatamente, può raccontare quei giorni anche se, dopo la terapia intensiva, è stato trasferito a Campiglia Marittima presso una struttura speciale per la riabilitazione che, in emergenza covid-19, fungeva da unico centro del genere per l’area vasta Usl. Un altro mese in cui l’uomo ha dovuto ripartire da zero, un percorso completo di riabilitazione durato un altro mese, fino al ritorno a casa lo scorso 9 giugno.
“Oggi sto meglio, ho recuperato, la strada non è ancora finita ma mi accontento! Ho voluto raccontare questa vicenda perché tutti sappiano in quali condizioni e con quale generosità e professionalità ha lavorato il personale sanitario in questi mesi. Il mio ringraziamento è sincero! Come pazienti covid-19, inoltre, eravamo soli, lontani dalle famiglie che hanno sofferto in maniera particolare questo momento. Per questo ringrazio ancora medici ed infermieri, ci sono stati sempre vicini”.