“Con i miei occhi” è il titolo che l’art designer Francesco Zavattari ha dato al nuovo presepio realizzato per la Misericordia di Borgo a Mozzano all’interno del chiostro del convento di San Francesco. L’inaugurazione è avvenuta domenica 17 dicembre, in occasione di una giornata molto intensa di iniziative in avvicinamento al Natale che, come sempre accade in questo periodo dell’anno, vede la Confraternita molto attiva.
Così, dopo il presepio dello scorso anno, prosegue la collaborazione tra l’artista di Diecimo e la Misericordia: quest’anno l’opera è stata realizzata all’interno del convento francescano proprio in occasione degli 800 anni dalla realizzazione del presepe di Greccio da parte di San Francesco, ma anche per i 40 anni dall’apertura del Centro Accoglienza Anziani ospitato dallo stesso convento. Le preziose statue del presepio, di grandi dimensioni, sono state gentilmente concesse in comodato alla Confraternita dalla ditta Fontanini Presepi.
Tante le persone che hanno affollato il chiostro per ammirare il presepio e per scambiarsi gli auguri di Natale. La cerimonia è stata aperta dall’esibizione in un noto canto natalizio di una bravissima bambina. Il Governatore Gabriele Brunini ha accolto gli intervenuti spiegando la genesi dell’idea che ha portato al presepio; di seguito i saluti del sindaco Patrizio Andreuccetti, che ha sottolineato il messaggio di pace del presepio e la direttrice della Rsa Lorena Mariani. E’ stata quindi la volta dell’autore della realizzazione Francesco Zavattari. “Ho visto il chiostro del Convento di San Francesco come una sorta di giardino d'inverno, una serra, quasi un'oasi in cui custodire "il fiore più bello dei nostri fior!". Così i miei tipici intrecci sono andati a creare una copertura arricchita da potature di alloro e bambù provenienti dai giardini stessi del convento. L'opera avrebbe dovuto omaggiare il primo presepe della storia, quello che San Francesco stesso realizzò a Greccio nel 1223, esattamente 800 anni fa. Sotto alle volte del chiostro, una delle tante lunette affrescate da Domenico Manfredi da Camaiore nel 1635 racconta proprio questa scena. Così, in un intreccio che sempre ricerco fra antico e moderno, ho inserito quattro totem e quattro cubi, uno per secolo, interamente rivestiti da ingrandimenti tratti da quel dipinto”.