Era il 2016 quando ti vidi per la prima volta, te ne stavi ad un lato della sala consiliare del comune di Barga, il tuo solito cappellino in testa e la fotocamera, una delle tue tante, in mano mentre Luca scribacchiava sul suo solito taccuino seduto poco più in là.
Questo lavoro può essere spaventoso, soprattutto per i nuovi arrivati e tu forse lo avevi notato, forse avevi visto questo ragazzino con le braccia tremanti mentre faceva delle foto col cellulare e ti aveva fatto pena, oppure forse perché semplicemente eri fatto così, ti avvicinasti e, senza neppure chiedermi chi ero, mi offristi un caffè, il primo fra i tanti.
Non riesco a immaginarmi la prossima conferenza senza di te, senza la canonica sigaretta fuori dal portone comunale ad aspettare Luca, senza le occhiate che mi tiravi ad ogni domanda del Cosimini in attesa della solita battuta sugli eventi col buffet, senza le provocazioni a Ugo seguite da qualche commento dei suoi, senza gli starnuti causati dalle tue mille allergie... Il mondo del giornalismo è strano, siamo tutti colleghi eppure tutti rivali, sempre in cerca di una notizia, di una foto, in più degli altri eppure proprio perché condividiamo questa "corsa", questa sorta di ansia continua, probabilmente siamo più vicini tra di noi di quanto noi stessi ammettiamo, una specie di strana famiglia che oggi ha perso un suo membro fondamentale.
Tu però non sei sparito del tutto e no, Pia, non mi riferisco all'essere per sempre nei nostri cuori o roba simile, lo sai pure tu che non è il mio stile, ma alle foto che tanto amavi scattare. Sono tutte lì, dalla più bella e elaborata al più insignificante primo piano fatto distrattamente al politico di turno: la storia di Barga negli ultimi vent'anni vive attraverso la tua macchina fotografica e te vivi attraverso di lei.
Lasci un vuoto incolmabile in noi, nella tua amata Elena di cui parlavi ogni volta che potevi ed in tutta la comunità di Barga... Lo sai che non sono bravo in queste cose e mi sono sempre lamentato degli articoli strappalacrime quindi scusami se concludo così, di fretta come quando tu salivi in corsa sulla tua Panda dopo una conferenza per fare la spesa al volo, ma qualche pensiero e ricordo preferisco tenermelo stretto per me e per la prossima volta in cui berrò un caffè con gli altri di fronte al comune... A proposito, te ne devo ancora uno.