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Scritto da Redazione
Sport
18 Maggio 2020

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Dall’infuocato fortino del “Comunale” o “campo vecchio”, scegliete voi la dicitura che più vi si addice, allo stadio “Nardini” le gesta più importanti nella storia del Castelnuovo sono state accompagnate dalla nascita di un vero e proprio tifo organizzato made in gialloblù. Correva la stagione 1996-1997, quella del famoso duello nel girone A di Serie D con i rivali del Viareggio che si imposero solo all’ultimo turno, quando nasceva, per merito della passione e dell’entusiasmo di alcuni giovani del capoluogo garfagnino, il gruppo “Warriors”, primo vero e proprio nucleo di sostenitori gialloblù. Perché il calcio non è soltanto il gesto tecnico o l’errore di un singolo individuo, bensì uno straordinario mezzo di aggregazione che coinvolse, tra la fine degli anni 90’ e l’inizio degli anni 2000, centinaia di ragazzi. Giusto precisare che, sebbene la “golden age” del tifo organizzato sia durata sino alla stagione 2001-2002, altri gruppi come le “Teste vuote”, formati da molti ragazzi del vivaio gialloblù, continuarono a seguire il Castelnuovo in trasferte davvero molte lontane come quella del “Vigorito” di Benevento nella stagione 2006-2007.

Con Roberto Rossi, ora apprezzato e vincente allenatore del calcio dilettantistico locale ma all’epoca uno dei fondatori dei “Warriors”, proviamo a ripercorrere quelli anni, densi di domeniche interminabili, ricchi di simpatici aneddoti e, soprattutto, pullman i cui partecipanti comprendevano non solo i tifosi più caldi ma anche intere famiglie, nonni compresi.

“Il tifo organizzato a Castelnuovo nasce nella stagione 1996-1997 grazie ad un gruppo di allora ragazzi, come il sottoscritto, tra cui Emanuele Tardelli, Nicola Ceccardi, Stefano Triti, Massimiliano Gentosi, Claudio Turri, il compianto Yuri Micchi, Gabriele Buriani e Alessandro Tognocchi, soliti trovarsi al “Vecchio Comunale” per sostenere i colori gialloblù. Il primo striscione da noi esposto fu Warriors” – esordisce Rossi- “Questo nucleo si ampliò con l’arrivo di una nutrita rappresentanza degli Amatori Castelnuovo, con in testa il capo ultrà Andrea Tognarelli assieme a Pietro Brugiati. Il primo pullman che organizzammo fu per la trasferta di Colle Val d’Elsa; l’ottimo successo di questo esodo fu la prova generale per la madre di tutti i derby, ossia quello di Viareggio dove furono ben 600, con tanto di coreografia al seguito, i sostenitori gialloblù al seguito.”

Dopo una travagliata stagione successiva, il Castelnuovo si piazzò infatti a metà classifica con l’esonero di Piccotti in luogo di Franco Pedreschi, ci fu il salto di qualità a livello organizzativo che andò di pari passo con lo strepitoso cammino della squadra di Giancarlo Favarin, assoluta dominatrice del girone F della Serie D. “Fu un’annata indimenticabile, sia per la cavalcata dei gialloblù che per la crescita del tifo organizzato.” – ha proseguito Roberto Rossi- “Al nucleo storico si unirono le “Teste Fuse”, i ragazzi di Magliano, ma anche tanti altri giovani provenienti da tutta la Garfagnana che confluirono nelle storiche Brigate gialloblù. Di quella stagione mi restano in mente la vittoriosa trasferta di Grosseto dove i supporters maremmani a fine partita ci attesero per un terzo tempo non proprio dal sapore rugbistico, i mille castelnuovesi che riempirono il “Mannucci” di Pontedera per la sfida casalinga contro il Latina, seconda forza del campionato, per arrivare alla festa promozione in Piazza Umberto e culminata con un’interminabile sfilata che si protrasse fino a Borgo a Mozzano.”

Il punto di ritrovo di ogni trasferta era il Piazzale Marionetti da cui si muoveva la carovana gialloblù. Il sostegno della società alla tifoseria era presso che costante. “C’era una totale sintonia con la dirigenza, molto solida che permise al Castelnuovo di vivere quelli anni irrepetibili.” – ha dichiarato Rossi, uno dei leader della tifoseria- “In particolare mi premere ricordare il contributo di Marco Scaltritti, del presidente Mauro Marchini e del compianto Concetto Di Dio, fondamentale sia nell’aiutarci nell’organizzazione delle trasferte che nell’acquisto dei biglietti. Quelle trasferte, inoltre, vedevano coinvolte tutte le fasce d’età, dove l’obiettivo principale era divertirsi, passare una domenica insieme e tifare Castelnuovo.” Tra i tanti gustosi aneddoti che ricordano quelli anni, Roberto Rossi ne sceglie due, tutti inerenti alla stagione 1999-2000.

“A Sesto S.Giovanni, casa della Pro Sesto, si verificò un vero e proprio diluvio con la curva riservata agli ospiti sprovvista di tribuna coperta.”-  racconta Rossi- “Il presidente Mauro Marchini, allora, comprò ai tifosi gialloblù presenti un biglietto per la tribuna centrale del “Breda”, un gesto che la dice lunga sulla grandezza di questo personaggio. Prima della partenza a Meda, invece, dei trenta previsti alla trasferta ci ritrovammo soltanto otto, complice i postumi del sabato sera, ma alla fine salimmo ugualmente in terra lombarda. In quel campionato fummo presenti in dodici trasferte.”

Indimenticabili le coreografie preparate nei match interni: da quella presentata nel derby contro il Viareggio, a quella esposta nella curva ospite, per l’occasione riservata ai tifosi locali, il giorno dell’inaugurazione del “Nardini” contro la Biellese (altro successo per 3-1 nda) a quella imponente, sempre considerando la capienza dello stadio garfagnino, della semifinale play-off di ritorno con il Prato. “Ho sempre negli occhi quei momenti di allestimento delle scenografie, così come le magliette e gli adesivi delle “Brigate gialloblù” stampate dall’amico Enrico Lotti. Si creò, inoltre, un bel rapporto con i calciatori provenienti da altre zone come Zaccagna, Malventi, Matteo Rossi, Macelloni, Capezzoli e Michele Coppola con cui eravamo soliti trovarci a cena presso la “Bottega del Fattore”. Grazie al lavoro svolto dal gruppo storico formato da “basetta” Micchi, Barsotti, Fanani, Fiori, Venturelli, Franchi e Benedetti chiunque arrivava a Castelnuovo capiva cosa volevano dire questi colori uscendo dal campo dopo aver evaporato l’ultima goccia di sudore. Il lavoro di Paolo Giovannini e Giancarlo Favarin fu davvero straordinario.”

E la stima, a distanza di un paio di decenni, è rimasta inalterata come può nuovamente testimoniare lo stesso Roberto Rossi. “Alla guida della Virtus Camporgiano ho incontrato da avversari Enzo Cavalcante (tuttora in attività con il Lucca Calcio in Seconda Categoria nda) e Gerry Cavallo, all’epoca allenatore dei pisani del Pappiana: il loro affettuoso saluto certifica come i rapporti di amicizia rimangono inalterati nonostante sia passato ormai qualche anno.”

Gesti, ricordi e momenti di un calcio, perdonateci l’amara constatazione, decisamente più vero e genuino di quello attuale.

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