Ma cosa occorre fare perché il cittadino venga ascoltato? Ecco altre due vicende di ordinario disservizio legate al comune di Castelnuovo. Perché uno ha pazienza, scrive, segnala, poi alla fine sbotta e decide di rendere tutto pubblico. Ma solo per spronare chi di dovere a fare, appunto, il proprio dovere.
LUCI CIMITERIALI SULLE TOMBE
Il 18 agosto mando questa pec al Comune, all’indirizzo istituzionale indicato sul sito.
Buongiorno, scrivo per segnalare che la luce votiva sulla tomba dei miei genitori nel cimitero di Castelnuovo è rotta. Non ho trovato sul sito un indirizzo specifico dei servizi cimiteriali, quindi mi rivolgo a voi. Chiedo la cortesia di poter inoltrare la mia segnalazione a chi di dovere in modo che provveda. Mio fratello paga regolarmente la bolletta annuale, quindi siamo molto dispiaciuti di questo guasto. Ma siamo certi che verrà risolto in fretta. In attesa di un vostro riscontro, invio distinti saluti. Barbara Pavarotti
Non ho mai ricevuto risposta. Certo, era il 18 agosto, tutti impegnati in sagre, eventi, fiere e ferie. Cosa vuoi che gliene importi a qualcuno delle luci dei morti?
Il 31 agosto incontro per caso un assessore comunale. Chiedo: “Perché non è stata letta la mia pec?”. Risposta: “Mi informerò”. Si informa e il primo settembre mi scrive che in effetti la pec non è stata letta da nessuno in due settimane. Il tal dei tali era in ferie. Incredibile. E scrivo quanto sotto:
“C’è solo lui in tutto il comune che legge le pec? Non esiste un'altra persona che apra le pec (che potrebbero anche essere urgenti, a volte) in sua assenza? Non riesco a crederci. E ancora mi parlerete di tagli, di mancanza di personale amministrativo, solita storia. Basta. Questo mondo è diventato un incubo. Anche nelle stupidate. Una pec non letta da nessuno da 15 giorni è gravissimo. Devo proprio scrivere un'altra lettera alla Gazzetta per far migliorare questo servizio? Lo farò. Così almeno il Comune impara che ai cittadini si risponde”-
Ora, naturalmente, si attiveranno. Possibile che uno debba avere la “raccomandazione” per ottenere quanto è suo diritto? Non ce la si fa veramente più.
LAMPIONI COMUNALI
Al calar del sole nella stradina (comunale) che porta a casa mia arriva il buio più totale. In passato, se uscivo la sera, mi portavo una torcia per poter vedere dove mettevo i piedi e aprire il mio cancello. Sempre buona e zitta, tanto i problemi della vita sono altri.
Ho perfino comprato nel 2021 dei faretti led, che si accendono al passaggio, li ho installati io. Era una meraviglia, ma ora non funzionano più. Li devo ricomprare? Lo chiedo al Comune, tanto per regolarmi.
Quando ho saputo recentemente che i miei vicini hanno fatto decine di segnalazioni non prese in considerazione, ho detto BASTA. Ho segnalato anche questo ieri all’assessore. Risposta: “Facci sapere se i punti luce comunali del vialetto funzionano o meno”. Io vi ho detto e vi dico che non ci si vede nulla, che, se cado (e la stradina è assai disconnessa) e mi rompo qualcosa chiederò i danni al Comune.
Come ho già fatto per la caduta subita alla stazione di Fornaci di Barga. E anche qui strana storia: polizia municipale, ufficio tecnico del comune di Barga, segreteria del sindaco non mi hanno saputo o voluto dire di chi sia la responsabilità per incidenti avvenuti all’interno della stazione. Quattro telefonate, quattro “non lo sappiamo”. Ma che bravi.
Tornando alla stradina è evidente – se qualcuno si degnasse di fare un sopralluogo serale – che non c’è luce, che i lampioni sono insufficienti, che uno (quello davanti al mio cancello) è oscurato dalla vegetazione che lo copre rigogliosamente.
Ma, per intervenire, si aspetta il dramma, no? Ecco perché uno alla fine scrive ai giornali, nella speranza di smuovere l’inerzia.
Piccoli fatti, piccole cose, che, sommate le une alle altre, diventano macigni e uno, davvero, si sente impotente. Probabilmente, se avessi avuto amici in Comune, sarebbe andata diversamente, la mia colpa è di non averne.
Barbara Pavarotti