Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di Maria Lotti, ex medico di famiglia di Borgo a Mozzano, attualmente in pensione, che spiega i motivi per cui sarà presente alla mobilitazione contro il Green pass il 18 settembre a Castelnuovo:
"Ritengo doveroso aderire alla manifestazione indetta per il prossimo 18 settembre a Castelnuovo dal movimento “Valle del Serchio Alternativa” ed esprimere la mia personale posizione sui recenti provvedimenti governativi emanati in stato di emergenza causata dalla pandemia da virus COVID-19.
Per quanto io non sia pregiudizialmente contraria alle vaccinazioni, penso che il cittadino abbia il diritto di scegliere ed eventualmente di rifiutare di sottoporsi a tale pratica medica ed abbia il diritto di non essere discriminato per tale scelta.
Purtroppo non riesco a ravvisare nel cosiddetto Green Pass una valenza sanitaria utile a contenere l’infezione da COVID-19. Attualmente lo percepisco solo come uno strumento che va a ledere il diritto al lavoro ed il diritto allo studio (diritti a mio parere non meno importanti del diritto alla salute) di una minoranza di cittadini che per scelta o per impossibilità non ha ancora voluto o potuto sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid-19.
Il Green Pass non garantisce l’immunità e non previene il rischio di essere contagiati e contagiosi. L’enfasi con cui viene propagandato questo strumento può indurre invece un equivoco e creare l’illusione di essere esenti da rischi, spingendo molti cittadini a riunirsi in locali chiusi senza le dovute accortezze. Ciò può favorire il contagio, soprattutto di alcune forme mutanti. Se è necessario un test diagnostico per dimostrare di non essere (almeno temporaneamente) contagiati e contagiosi, non si comprende perché questo test non debba essere richiesto anche per i “vaccinati".
Inoltre, poiché l’esecuzione del test non è finanziariamente a carico del SSN, si realizza in questo modo la più grande e la più "storica" delle discriminazioni: le classi più agiate potranno tranquillamente risolvere il problema mentre le persone comuni dovranno adeguarsi.
Nella sostanza lo strumento del Green Pass impone un obbligo per il cittadino, anche se non esiste una legislazione riguardo a tale obbligo. Ritengo che sia un dovere per ogni cittadino, vaccinato o meno, rigettare l’uso di questo strumento con cui si impongono limitazioni alla libertà di movimento e di pensiero: esso rappresenta un precedente pericoloso per il futuro democratico del nostro paese.
Volutamente non ho affrontato l’aspetto medico di questa situazione. Nella mia pratica di medico di famiglia ho sempre cercato di fare scelte diagnostico-terapeutiche basate su una valutazione di rischio/beneficio per il paziente e la collettività. Tenendo ovviamente conto dei miei limiti, non mi sembra che dati scientifici consentano ad oggi di esprimere conclusioni certe sulla terapia e prevenzione della malattia da COVID-19".