Nella prima ottava di Febbraio si sono concentrati gli appuntamenti più attesi dagli analisti finanziari in questo scorcio iniziale del 2023, difatti prima la FED e a ruota La BCE hanno comunicato il primo rialzo dei tassi ufficiali di riferimento dell'anno. Niente di diverso rispetto alle attese che indicavano un incremento di 50 punti base per entrambe le Banche Centrali; è opportuno sottolineare però che mentre per gli Stati Uniti a questo punto gli spazi di manovra per un ulteriore upside potrebbero essersi assottigliati -nel 2023 si stima un raggiungimento del pivot con 75 bps di aumento-, nell'Area Euro la stretta monetaria dovrebbe proseguire con una certa aggressività anche nei prossimi mesi.
A tal proposito in un approfondimento pubblicato da tradingonline.it noto portale di divulgazione in ambito finanziario , gli esperti cui fa capo la Redazione hanno stilato un interessante resoconto sull'intervista rilasciata da Christine Lagarde dopo la decissione sui tassi
Una BCE più hawkish della FED nel 2023
Il Presidente della Banca Centrale Europea ha tenuto a rimarcare la necessità di mantenere un atteggiamento hawkish, per riportare i valori dell'inflazione il più velocemente possibile verso i target di mandato. Infatti, nonostante le recenti rilevazioni abbiano evidenziato un miglioramento della dinamica inflattiva, i dati risultano ancora troppo alti, considerando che le quotazioni delle materie prime sono notevolmente diminuite, in particolare quelle appartenenti al settore energetico
Ed è proprio a tali commodities che gli addetti ai lavori guardano con grande attenzione: la riflessione comune riguarda una mancata reazione virtuosa sul caro prezzi, in concomitanza di una sensibile flessione delle quotazioni; una condizione che conferma la difficoltà ad estinguere l'inflazione importata
Petrolio: flessione del prezzo e normalizzazione dell'inflazione
Gli analisti, compresi gli esperti di tradingonline.it, temono che un'eventuale colpo di coda dei corsi delle materie prime possa cancellare i timidi progressi registrati fino ad oggi su questo fronte, riportando
tensioni sui mercati finanziari. Osservando ad esempio l'andamento del rame -importante metallo industriale -, si può facilmente rilevare come in corrispondenza del termine delle politiche zero Covid in Cina
si sia avuta un'impennata delle quotazioni, dovuta probabilmente ad un ricompattamento della domanda; un pattern analogo sul WTI oil impatterebbe sicuramente sul problema inflazione
Al momento le quotazioni del Petrolio non evidenziano particolari tensioni; anzi dopo le prime settimane del 2023, caratterizzate da un mini rally rialzista, i prezzi dell'oro nero sono tornati a lambire i minimi di periodo -in Dicembre un approfondimento ribassista si era esteso fino a 70 dollari al barile-. Da un punto di vista meramente tecnico la rottura del bottom evidenziato potrebbe proiettare i corsi del petrolio
verso i valori di fine 2021, dai quali si è sviluppato il poderoso upward trend-alimentato anche dalla crisi geopolitica- che ha avuto il suo climax tra lo scorso Marzo e lo scorso Giungo. Analogamente si può dissertare sul Natural Gas, che nei primi di Febbraio ha visto le quotazioni rientrare verso i valori del primo trimestre 2021.
Wall Street: è possibile una rotazione settoriale sui titoli tecnologici?
Sulla scorta di tali considerazioni è comprensibile che gli addetti ai lavori mantengano una certa prudenza sulle proiezioni di crescita dei mercati azionari europei nei prossimi mesi; a maggior ragione in virtù della sovraperformance registrata dagli equity benchmark del vecchio continente rispetto agli omologhi statunitensi dall'ultimo trimestre 2022 ad oggi. Non è escluso da qui in avanti un avvicendamento in termini di forza relativa tra le piazze di scambio in questione.
Secondo gli esperti, Wall Street potrebbe sfruttare dati macro migliori, se comparati agli stessi osservati nelle economie dell'Area Euro, per tornare in cima alle preferenze degli investitori; senza considerare che la maggior proattività della FED sul fronte dei tassi ha permesso di avvicinarsi al pivot prima degli altri Istituti, creando spazio per eventuali misure di alleggerimento monetario in caso di necessità; una condizione che sicuramente aiuta gli indici azionari della macro area. Dopo la debacle dei titoli tecnologici degli ultimi mesi, ad esempio, in molti vedono interessanti opportunità sul comparto, che potrebbero concretizzarsi anche con un semplice recupero parziale della capitalizzazione persa durante il bear market.
