Riceviamo e pubblichiamo questo intervento del fiduciario sergente genio guastatori paracadutisti Riccardo De Lucia in occasione del 10 febbraio, giornata del ricordo, in memoria dei massacri delle foibe e l'esodo giuliano dalmata:
"Molte sono le tragedie che, nel corso dei secoli, hanno colpito l'umanità intera, ferendola, non solo con le armi e la violenza ma anche e, soprattutto, col silenzio, un silenzio assordante che ha negato il ricordo.
Non avrebbe dovuto essere una legge a delegare ad una giornata il ricordo dell'orrore delle foibe.
Ma così è stato e, in virtù della legge 92 del 2004, si è rotto un silenzio lungo sessant'anni.
La legge ha ridato dignità al ricordo di una drammatica e sconcertante pagina della storia che colpì l'Italia dal 1943 al 1947, quando centinaia di italiani furono torturati, massacrati e gettati nelle foibe (cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo) dai partigiani slavi che volevano vendicarsi contro i "fascisti" e gli italiani "non comunisti".
E dopo le stragi e la "pulizia etnica", sessant'anni di silenzio imposto per "disciplina di partito".
Ma in quelle foibe furono gettati anche bambini che, probabilmente, non sapevano né poterono sapere mai, cosa significasse fascismo o comunismo.
Ma questa è un'altra storia.
Dinanzi a queste tragedie, un giorno commemorativo non può rendere giustizia e restituire dignità a tutti gli innocenti morti per caso e per la furia omicida di altri uomini, ma, certamente, può offrire la possibilità di portare alla luce una verità a lungo taciuta".