Che l'emergenza di CoVid - 19 abbia cambiato inevitabilmente il flusso delle nostre vite è sotto gli occhi di tutti. Ma, ad essere differenti rispetto a qualche mese fa, sono anche le necessità di gran parte della popolazione che, sul territorio, è sempre più propensa a rivolgere vere e proprie richieste di aiuto al mondo dell'associazionismo. Lo sa bene Enrica Gatti, delegata della sezione Mediavalle della Croce Verde pubblica assistenza di Lucca, con sede a Ghivizzano (Coreglia), coinvolta da vicino nell'affrontare la situazione emergenziale in cui ci troviamo.
Buonasera Enrica, grazie per il Suo tempo: come sono mutate le vostre attività via via che l'emergenza si faceva più imponente?
Abbiamo dovuto calibrare le nostre azioni sul territorio sulla base dei bisogni della popolazione. Nella nostra sezione ci occupiamo del trasporto ordinario, in particolare per ciò che riguarda l'ospedale di Barga, gestiamo in particolare ciò che riguarda il ricovero e le dimissioni di pazienti no CoVid. I pazienti che necessitano interventi per Coronavirus vengono dirottati su Castelnuovo e su Lucca. Una parte della nostra attività si basa sulla necessità che taluni servizi di gestione ordinaria possano continuare ad essere garantiti.
In quali azioni derivanti dall'emergenza per CoVid - 19 vi siete ritrovati coinvolti?
In tre aspetti fondamentali: abbiamo realizzato spese di generi alimentari per pazienti con CoVid, confinati nei propri domicili, o semplicemente per persone in difficoltà; abbiamo contribuito alla distribuzione delle mascherine e anche a quella dei vaucher a chi ne avesse fatto richiesta.
Avete riscontrato problemi nel consegnare le mascherine alla popolazione?
Alla nostra sezione è toccato il compito di raggiungere le frazioni. Abbiamo dovuto superare qualche piccola difficoltà legata alla conoscenza del territorio su cui ci veniva richiesto il servizio, ma le operazioni sono state portate a termine, grazie soprattutto alla dedizione di molti volontari.
Quanto è stato ed è importante il servizio di volontariato in questo particolare contesto storico?
Moltissimo. E devo sinceramente ringraziare quelle persone che hanno contribuito, con dedizione, senza tirarsi indietro. In molti avrebbero potuto scegliere di rimanere a casa, soprattutto dopo il decreto con cui è effettivamente iniziare la fase di chiusura totale. Eppure non è stato fatto, anzi: molte persone che ricevono aiuto manifestano la volontà di ricambiare in qualche modo, ad emergenza finita.
Come avete trovato la popolazione nel corso delle vostre attività di consegna e di assistenza?
Assolutamente disponibile e anche riconoscente. Sia nel momento della distribuzione delle mascherine, sia quando arriviamo a consegnare la spesa e i prodotti di prima necessità. Avere qualcuno da salutare, con cui poter fare due parole, anche se a distanza, e con cui continuare ad avere, anche successivamente, un contatto, è fondamentale tanto per loro quanto per noi.
Personalmente quale aspetto di questa situazione l'ha colpita di più?
La solidarietà tra le persone. Lo spirito di mutuo aiuto. Io non voler tirarsi indietro nel momento del bisogno. In tanti si sono rivolti a noi, perché in difficoltà, e in tanti ci hanno contattato per offrire il proprio aiuto. Vedere che la solidarietà tra le persone e per le persone non si arresta, nonostante un periodo per tutti difficile, ci offre la speranza di poter credere in un futuro migliore.