“Prevedere bolle Covid nei piccoli ospedali dei territori periferici significa non garantire le prestazioni sanitarie ordinarie, ugualmente importanti, su quegli stessi territori. Gli ospedali di Barga, di Castelnuovo, così come gli altri presidi ospedalieri zonali della Toscana, non sono la soluzione: la soluzione è rappresentata dalla capacità di creare nuovi posti letto e prevedere nuovo personale medico e infermieristico, riattivando i vecchi ospedali oggi inutilizzati, a partire, per esempio, dal Campo di Marte, che potrebbe accogliere i pazienti Covid prima della loro completa guarigione”. È la chiara presa di posizione del sindaco di Coreglia Antelminelli, Marco Remaschi, che si rivolge direttamente alla dirigente dell’Asl Toscana Nord-Ovest, Maria Letizia Casani, e al neo-assessore regionale alla sanità, Simone Bezzini.
“Personalmente non sono d’accordo a utilizzare i presidi ospedalieri zonali della Toscana periferica, soprattutto nelle aree interne della nostra regione, per trasformarli in reparti Covid - continua Remaschi -. Siamo in una situazione di emergenza dettata dalla pandemia, servono misure forti e adeguate. La sanità pubblica deve essere garantita a tutti, rafforzata, dotata di strumenti e personale adeguato: trasformare gli ospedali zonali, o parte di essi, in ospedali Covid significa andare a stressare il sistema, accentuando situazioni già delicate e fragili. Noi, al contrario, abbiamo bisogno di rafforzare il ruolo dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario, che da mesi stanno affrontando turni massacranti. Gli ospedali zonali, come per esempio quelli di Barga e Castelnuovo, hanno già carenza di personale e sono strutturalmente adeguati ai territori su cui operano. Portare qui malati Covid significa impiegare il personale presente per quel tipo di percorso assistenziale, andando quindi a toglierlo agli altri reparti, che oggi svolgono invece una funzione essenziale per il mantenimento della sanità pubblica territoriale. Confido pertanto in soluzioni straordinarie, visto il momento straordinario che stiamo vivendo, anche in ragione del fatto che siamo solo in autunno, l’inverno deve ancora arrivare, e si prevedono altri 5 o 6 mesi di carico ospedaliero molto pesante. Non possiamo pensare di indebolire ulteriormente la sanità dei territori periferici, perché questo significherebbe non essere in grado di garantire cure adeguate, puntuali e tempestive a chiunque ne abbia bisogno. Questa scelta comporterebbe due ordini di problemi: il primo, il rischio di non poter più prevedere assistenze adeguate ai pazienti non Covid; il secondo, ancora più grave, indebolire la sanità territoriale, che è lo strumento migliore e più efficace anche per contrastare la diffusione della stessa pandemia”.
“Sul nostro territorio - aggiunge Remaschi - abbiamo bisogno di una soluzione credibile e forte, quella soluzione si chiama Campo di Marte, che è sufficientemente grande per accogliere i pazienti Covid in via di guarigione: è necessario investire per attrezzarlo, è necessario prevedere nuovo personale medico e infermieristico e questa è esattamente la strada che la Regione Toscana deve intraprendere. Allo stesso tempo è necessario, fin da subito, che, all’interno di ogni singolo territorio delle aziende sanitarie, si tenga insieme sanità territoriale e sanità universitaria, in una stretta connessione per un utilizzo di ulteriori posti letto e nuovo personale specializzato”. “Credo che questa mia presa di posizione possa essere condivisa anche dagli altri sindaci della Valle del Serchio - conclude il sindaco Remaschi -. La sanità pubblica deve essere messa in grado di dare risposte certe: sono sicuro che l’assessore Bezzini, che stimo e che è persona competente, saprà trovare soluzioni adeguate. Tutto quanto sopra è chiaro che necessita di una presa di posizione regionale forte, da portare avanti insieme con gli altri presidenti di Regione, di ulteriore valorizzazione della nostra sanità, mettendo in campo nel più breve tempo possibile i fondi del MES e destinarli alle Regioni così da rafforzare i presidi ospedalieri, che devono essere di tutti e per tutti, Covid o non Covid. Per me non è concepibile, a fronte di una pandemia che sta mettendo a repentaglio la vita delle persone sotto l’aspetto sanitario e sotto quello economico e sociale, che questo Governo continui a tergiversare rispetto alla necessità di utilizzare rapidamente queste risorse”.