“Dov’era Giorgio Daniele quando, nel comune di Coreglia, accadevano i fatti che oggi lui denuncia e che vorrebbe imputare al sottoscritto? Come mai, visto che ricopriva un ruolo di responsabilità nel comune non ha detto nulla, non ha avvertito gli uffici dei presunti errori, non ha scritto al sindaco o agli assessori?”
Inizia così la riflessione che il sindaco di Coreglia Antelminelli, Marco Remaschi, rivolge al capogruppo dell’opposizione in consiglio comunale, Giorgio Daniele.
“Da giorni Daniele pubblica articoli, fa richieste, manda email e lettere riguardanti fatti di anni e anni fa, per i quali vorrebbe, nonostante siano questioni già trattate e concluse dalla precedente amministrazione, ulteriori dettagli, ulteriori materiali, ulteriori risposte da parte del sottoscritto. Atti, materiali, informazioni che Daniele, come qualsiasi altro consigliere comunale, ha già a disposizione. Ma, a parte questo, mi vorrei soffermare su un punto: questa persona che oggi denuncia, nel passato era presente. Ma non solo era presente: era un dipendente del comune di Coreglia e ricopriva ruoli apicali di responsabilità, il livello contrattuale più alto (e relativo stipendio) che il comune di Coreglia abbia mai avuto. Ecco, questa persona, dov’era quando, negli anni passati, gli anni a cui fa riferimento nei suoi scritti, venivano compiuti gli atti che oggi lui stesso denuncia e condanna? Come mai non ha messo in allerta gli uffici degli errori che, a suo dire, avrebbero compiuto? Perché non ha esercitato il suo ruolo di responsabilità nei confronti del sindaco e degli assessori? Oggi Giorgio Daniele scrive e chiede, eppure all’epoca dei fatti non c’è un foglio scritto, una richiesta, una lettera a firma dello stesso Daniele. Viene da chiedersi se sapesse quello che stava accadendo ed essendo stato un funzionario stentiamo a credere il contrario. E se sapeva, perché non ha detto nulla? Sono tutti pensieri legittimi i miei: non mi spiego infatti come mai una persona puntualmente informata su tutto quello che accadeva all’interno dell’ente non abbia posto le stesse domande negli anni a cui si riferisce e non capisco quale sia la logica di tirare fuori oggi questioni già chiuse, delle quali io posso giusto essere uno spettatore, visto che sono stato eletto sindaco a settembre 2020”.
Conclude poi Remaschi: “Siamo al lavoro per far crescere Coreglia e per dare risposte ai cittadini, soprattutto oggi, in piena emergenza Covid. Non siamo più in campagna elettorale, le elezioni sono finite, e forse qualcuno non si è ancora reso conto che il 21 settembre è passato già da un po'. Non siamo qui per emettere sentenze e neanche per parlare e riparlare di cose che appartengono al passato. Gli atti sono pubblici e a disposizione di tutti; al resto, se necessario, penserà chi deve giudicare ed, eventualmente, condannare chi ha sbagliato. I consigli comunali non sono, a mio avviso, aule di tribunale e la politica perde la sua funzione e la sua autorevolezza quando vuole fare il lavoro dei giudici e dei procuratori. Credo che il modo migliore per segnare il passo sia fare le cose: le polemiche e le insinuazioni le lascio a Giorgio Daniele, che ha gli occhi rivolti al passato. Noi guardiamo avanti, Coreglia deve guardare avanti, deve ritrovare spinta, fiducia e centralità. E i cittadini hanno bisogno di fatti, non di chiacchiere, non di fiumi di parole incomprensibili”.